Le luci e le ombre, gli angoli delle case, le facciate che risplendevano nel mezzogiorno, le proiezioni geometriche, le fotografie in bianco e nero, i tavolini dei bar, dove sedersi, ordinare birra e scrivere, i vicoli vuoti, dove l’immaginazione apriva porte senza bussare e popolava i vecchi quartieri con i fantasmi di tossici, spacciatori e puttane - gli incontri clandestini, le notti che ancora non avevo vissuto, le camere segrete che ancora non avevo scoperto - il vecchio Lee immobile davanti ad una parete di crepuscoli solitari, a battere le dita sui tasti di una macchina da scrivere invisibile e il vecchio Jack su una terrazza ondeggiante fra le stelle, a bere vino rosso e comporre haiku di stralunata bellezza - e i giorni che arriveranno senza fare rumore, senza dirti come riempirli - tutte le stanze in cui non sono mai nato, tutte quelle da cui per un atto d’amore non sono più uscito.
lunedì 3 agosto 2020
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ZetaElle #32
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