I bravi maritini tornano a casa dalle loro
mogliettine, la cena pronta sul tavolo, il bamboccio che piange da qualche parte
dopo che si è cagato addosso, i maritini alla fine della settimana pensano alla
fica calda della loro mogliettina e si aspettano la scopata domenicale o un bel
pompino di prima mattina, quando il cazzo sale su duro e l’unico pensiero è
farlo sborrare.
E l’anno scorso, di questi tempi, me ne andavo
vagando per Roma con il cuore a pezzi e vedevo tutti quei luoghi così familiari
con nuovi occhi, quelli della solitudine e del dolore e le cose mi apparivano
distanti e crudeli, le persone mi facevano orrore, le persone mi fanno orrore,
con i loro discorsi, i ghigni idioti, i sorrisi da squalo, le parole inutili,
andavo in giro senza meta, sperando di perdermi o di trovare qualcosa, sperando
che la sofferenza scomparisse, mi sbagliavo, il dolore non passerà mai, è
sempre nel cuore, a volte fa meno male, a volte provo una dolcezza infinita,
altre vorrei solo chiedere scusa a chi
ho intorno, altre ancora mi sento così leggero, soprattutto la domenica
mattina, dopo una notte di sbronze e canne e mi sgancio dal mio corpo e inizio
a sognare e le ragazze mi vengono a trovare e mi baciano sulle labbra e quando
apro gli occhi ho ancora nitida la sensazione di quel contatto sulla mia pelle.
Il futuro, questo cazzo di futuro, un lavoro che non
so dove andrà a finire, i ragazzi che scompaiono, sfanculati chissà dove, i
miei trentanni, incredibili, per i quaranta ho un bel progetto, iniziare con
l’eroina o farmi saltare il cervello.
Bill che guarda la sposa tutta insanguinata, mi
trovi sadico, piccola, non c’è niente di sadico nelle mie azioni, questo sono
io, all’apice del mio masochismo.
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