domenica 22 maggio 2016

le alte torri #47


Ombre nere. Uomini neri. Anche io uno di loro. Le strade di notte, gli oggetti in mano, intorno al collo, in un grande zaino, dietro le spalle. I giri, da un locale ad un altro, cercando di vendere, qualcuno ti scacciava, altri ti ignoravano. Travestimenti, cambi di identità. Dormivo con loro, ammucchiati dentro una stanza, miscugli di odori pungenti, le coperte logore, le lenzuola strappate, mangiavo i loro cibi, respiravamo gli stessi odori. Imparavo. Avevamo la stessa pelle, gli stessi occhi. Imparavo. I suoni della loro lingua, i significati delle loro parole. Pregavamo insieme. Cadevamo. Ci rialzavamo. Nessuna porta, nessuna via di fuga. Era un addestramento, giorno dopo giorno, non sapevo quando sarei tornato, dovevo stringere i rapporti, conoscerli meglio, imparare a farli diventare un gruppo. Capire come usare la loro forza.
Le marce nel deserto, le armi, i bersagli. Le preghiere, i canti, i colori della sera. Seduti in cerchio, a parlare. Si decidevano gli obiettivi, si cercavano strategie, si costruiva un piano di azione. Le tuniche, i volti coperti, il libro sacro in una mano, il fucile nell’altra.

Entrambe alzate verso il cielo.

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