domenica 27 febbraio 2022

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 "Ma pareva ch'io avessi scorto l'antico meriggio di quel sentiero, dei sassi fra l'erba e distese di lupini, agli improvvisi ritorni al torrente scosciante e i ponti di legno inondati e il verde sottomarino, c'era qualcosa di inesprimibilmente infranto nel mio cuore come se già in una vita precedente avessi percorso quel sentiero, in circostanze simili insieme a qualche amico bodhisattva, ma forse in un viaggio più importante, mi veniva voglia di sdraiarmi sul ciglio del sentiero e riandare a ogni cosa col ricordo. Questo è l'effetto che ti fanno i boschi, hanno sempre un aspetto familiare, da lungo perduto; come il volto di un parente da tempo defunto, come un antico sogno, come il frammento di una canzone dimenticata trasportata sull'acqua, ma soprattutto come eternità dorate della trascorsa infanzia o della trascorsa maturità e tutto il vivere e il morire e il crepacuore che provammo milioni di anni fa e le nuvole che ci passano sul capo sembrano suffragare (con la loro stessa solitaria familiarità) queste sensazioni. L'estasi provai, addirittura, con sprazzi di ricordi improvvisi, e sentendomi sudato e intontito mi venne voglia di dormire e sognare tra l'erba."

jack kerouac
i vagabondi del dharma

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