Una delle sfide che il pueblo mi offriva sembrava essere quella di poter vivere come un’ombra fra i suoi vicoli tentando di mantenere un personale e misterioso equilibrio psichico e alcolico, scattando foto e soprattutto cercando di non uscire fuori di testa. Le occasioni per farlo, per impazzire, erano molteplici vista la moltitudine di folli e bizzarri e grotteschi personaggi che apparivano e svanivano in questo luogo che giorno dopo giorno apparteneva sempre di più agli avamposti della mia immaginazione. Durante la notte il doppio assurdo e alterato di questo labirinto di psicosi psichedeliche si ripresentava nei sogni, in volti e corpi che il giorno poi trasfigurava negli incontri improvvisi che mi capitavano, si nascondeva qualcuno dieto queste maschere? Domandava lo scrittore accendendosi un cigarillo e dando un sorso dalla sua copa di sol y sombra. Difficile dirlo, rispondevo dopo aver posato la mia cerveza sul tavolo, non sapevo veramente se era solo lui, lo scrittore, a dare vita e spazio alle eccentriche personalità del pueblo o se queste esistessero in maniera indipendente, al di fuori del suo sguardo e delle sue parole.
Anche io mi limitavo ad osservarmi intorno e questa mi pareva la cosa migliore da fare, rimanermene in disparte, seduto su una panchina al sole o a scolarmi una birra in casa in attesa che l’ispirazione arrivasse, chiamandomi per nome, con il suo magnifico flusso di idee, pensieri, immagini, suoni, colori - Un caleidoscopio di estasi artistica che mi avvolgeva, mi possedeva e mi faceva sentire vivo e presente e parte di questa perenne illusione che diveniva reale solo quando la mia mente si trovava in questo stato di alterazione creativa, lontano dalle preoccupazioni quotidiane degli altri e da quelle poche che ancora turbavano il mio cuore.
Si andava avanti così, bugia dopo bugia, inganno dopo inganno, sconfitta dopo sconfitta, era una lenta e graduale liberazione, poi ci avrebbe pensato la morte, finalmente, a trasformarci in luce e io avrei sorriso di lei, di me, di tutto quanto e me ne sarei rimasto quieto nel centro stesso dell’eternità dorata che ogni cosa racchiude e che ogni respiro illumina e trascende.
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