Mi sono svegliato in un
letto con delle lenzuola viola, da solo, l’energia rossa si muoveva nei
coglioni, li sentivo gonfi, pieni, li toccai e mi accorsi che c’era un anello
di metallo attorno, che li stringeva – la partenza di un treno, l’illusione del
movimento, le urla laceranti delle ruote, la diminuzione della velocità, attriti
di ferro e scintille – una donna anziana si porta le mani alle orecchie, un
gesto lento, disperato, poi chiude gli occhi – la polizia controllava le
entrate della stazione, chiedendo biglietti che nessuno possedeva, i vagoni
erano scomparsi, le persone immobili, tristi, perdute, silenzi d’attesa,
sospiri di rinuncia. I muri dei palazzi erano screpolati, le strade si
incrociavano in nodi scorsoi di cemento, asfalto e acciaio, antichi muri di
pietra e l’ombra di una mano che scrive, le nuvole nascondevano il volto degli
anni, una ragazza si tocca il ventre, distratta e colpi di luce fuggono dai
profili delle costruzioni – camminavo a quattro zampe, le ginocchia iniziavano
a farmi male, la bambina mi cavalcava, seduta sulla mia schiena, ridendo, ordinandomi
di muovermi più velocemente, sculacciandomi sul sedere, cercavo di fare il mio
meglio, ero stanco e bagnato e sudato, intorno a me la natura risplendeva, gli
alberi, le foglie, l’erba, i cespugli, ero vivo e presente e immerso nel suo
gioco, un’altra bambina mi aspettava, poco distante, in piedi e quando l’ho
raggiunta, sempre camminando a quattro zampe con il peso concreto del corpo
della sorella sulla schiena, lei mi ha sorriso e mi ha messo dolcemente un
chicco di uva fra le labbra – carrellate panoramiche e direzioni oblique, i
tossici si svegliano su letti di cartone, scaldano una dose e salutano senza
denti il nuovo giorno – oltre i tetti distrutti delle fabbriche un enorme tubo
cilindrico in movimento, le antenne che bucano il cielo come gli aghi di un
morfinomane, i depositi di auto distrutte, le palpebre pesanti, scatti di luce
rossa – una voce, all’interno della stanza blu, vogliamo giocare?
sabato 9 gennaio 2016
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #33
Ritardi necessari per rallentare i pensieri e i ritmi dei collassi psichici, qualcuno aveva richiamato Alain nei quartieri generali del Ci...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
Nessun commento:
Posta un commento