sabato 9 gennaio 2016

Berlin #6



Mi sono svegliato in un letto con delle lenzuola viola, da solo, l’energia rossa si muoveva nei coglioni, li sentivo gonfi, pieni, li toccai e mi accorsi che c’era un anello di metallo attorno, che li stringeva – la partenza di un treno, l’illusione del movimento, le urla laceranti delle ruote, la diminuzione della velocità, attriti di ferro e scintille – una donna anziana si porta le mani alle orecchie, un gesto lento, disperato, poi chiude gli occhi – la polizia controllava le entrate della stazione, chiedendo biglietti che nessuno possedeva, i vagoni erano scomparsi, le persone immobili, tristi, perdute, silenzi d’attesa, sospiri di rinuncia. I muri dei palazzi erano screpolati, le strade si incrociavano in nodi scorsoi di cemento, asfalto e acciaio, antichi muri di pietra e l’ombra di una mano che scrive, le nuvole nascondevano il volto degli anni, una ragazza si tocca il ventre, distratta e colpi di luce fuggono dai profili delle costruzioni – camminavo a quattro zampe, le ginocchia iniziavano a farmi male, la bambina mi cavalcava, seduta sulla mia schiena, ridendo, ordinandomi di muovermi più velocemente, sculacciandomi sul sedere, cercavo di fare il mio meglio, ero stanco e bagnato e sudato, intorno a me la natura risplendeva, gli alberi, le foglie, l’erba, i cespugli, ero vivo e presente e immerso nel suo gioco, un’altra bambina mi aspettava, poco distante, in piedi e quando l’ho raggiunta, sempre camminando a quattro zampe con il peso concreto del corpo della sorella sulla schiena, lei mi ha sorriso e mi ha messo dolcemente un chicco di uva fra le labbra – carrellate panoramiche e direzioni oblique, i tossici si svegliano su letti di cartone, scaldano una dose e salutano senza denti il nuovo giorno – oltre i tetti distrutti delle fabbriche un enorme tubo cilindrico in movimento, le antenne che bucano il cielo come gli aghi di un morfinomane, i depositi di auto distrutte, le palpebre pesanti, scatti di luce rossa – una voce, all’interno della stanza blu, vogliamo giocare?

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