giovedì 14 gennaio 2016

le alte torri #29


Avevo attraversato una delle porte nel quartiere cinese, era di ferro blu, senza segni o scritte, si trovava in un vicolo laterale della piazza del mercato, me ne aveva parlato, una volta, uno dei vecchi mentre bevevamo tè verde con fiori di gelsomino, seduti su un tappeto di terre lontane, non ricordo quando ne discutemmo ma la porta era lì e io ci ero entrato.

E camminavo di nuovo per le strade, in un tempo sospeso, non potevo dire con precisione la mia età, avevo la barba e i capelli abbastanza lunghi e qualcosa nella mia vita era in un momento di stasi, nessun lavoro e le giornate iniziavano con sedute di autocontrollo davanti a schermi lampeggianti, le mattine erano caotiche e piene di impulsi incontrollabili, a volte ero rinchiuso in una stanza e costruivo sceneggiature mentali da consumarsi nel buio o nell’attesa della notte. C’erano ombre lontane di persone e parole disperse come polvere sotto un tappeto, donne orientali dagli occhi obliqui e dalle voci dolci, una stazione nell’oscurità e l’attesa di un treno, la nebbia che scendeva sopra i binari, le luci dei lampioni si trasformavano in aloni giallastri, occhi alieni, enormi, fatti di fumo, che ti seguivano, ti scrutavano - ci svegliammo all’alba, protetti da coperte di sogni, era così tanto che non parlavo dell’amore, si aprono fiori di loto sull’acqua stantia di una pozza putrida, silenzio e riflessi di macabre fiaccole, il ghigno del teschio e il gracidare ipnotico di un rospo morente, le lacrime lungo le guance di marmo e seta di una fanciulla immobile, la pressione delle mie labbra sui tuoi capelli, ho sbagliato, ascoltando la pioggia cadere fuori dalla stanza e immaginandomi abbracciato al tuo corpo, il calore della giovinezza, le rughe intorno agli occhi, ardono i tramonti oltre le alte torri, i canti arabi, uscendo dalla porta di metallo blu la strada del vicolo è lucida, passano persone con ombrelli aperti, il cielo è viola, non pensare a nessuna direzione, gli occhi di un cieco sono calamite di eventi.

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