martedì 26 gennaio 2016

sborrare (2009)

c’è stato un momento. eri steso su un prato e guardavi le foglie degli alberi oscillare e brillare nel sole. e hai sentito il bisogno.

il bisogno si è trasformato in un’idea. quell’idea era una ragazza. quell’idea era un contatto. erano lunghi discorsi. erano capelli profumati. erano dita intrecciate. erano un corpo e uno sguardo.
hai cercato quell’idea intorno a te.
non sei riuscito a trovarla.
oppure quando la trovavi l’idea non voleva saperne niente di te.
poi l’idea è diventata un’immagine. la vedevi sui giornali. la strappavi con cura. la tenevi fra le mani.
poi hai trovavo un modo per raggiungere l’essenza di quell’immagine e la tua stessa essenza.
la prima volta che hai sborrato.
è stata un’illuminazione. e una condanna.
hai collezionato immagini. hai collezionato donne. con ognuna di esse intrattenevi lunghi discorsi. ti perdevi nei loro capelli. scoprivi le gioie del sesso. con ognuna di loro scopavi  e scopavi. ognuna di quelle donne ti insegnava qualcosa e avrebbe fatto di tutto per amarti.
ogni volta che sborravi era una sensazione unica. il cuore colmo di gioia. le tensioni del corpo che si placavano. la paura che passava. il demone del sesso che ti abbandonava. la calma nella pelle. i colori brillanti della stanza.
hai continuato a sborrare. a guardare le immagini. a cercare l’amore.
hai incontrato ragazze. hai assaporato le loro labbra. con alcune hai scopato. con altre hai condiviso qualcosa, parti di vita. silenzi e sogni, rancori e incomprensioni.
nessuna di loro raggiungeva la tua idea.
ognuna di loro era parte di quell’idea.
ti sei legato ad unica persona. hai messo da parte l’idea e hai cercato di renderla reale.
non ci sei riuscito.
sapevi che ogni donna che ti muoveva qualcosa dentro era un frammento di quell’idea.
e in nome di un unico amore dovevi rinunciarvi.
sapevi che l’amore non era unico. che la bellezza non era unica.
sapevi che potevi amare qualcosa di ciascuna donna.
le labbra. i capelli. il modo di parlare. quello di camminare. i silenzi. il rossore sulle guance. la maniera di vestirsi, un gesto delle mani. le unghie. le risate.
sapevi che le emozioni più belle erano quelle inaspettate, i regali vibranti e improvvisi.
ho saputo amare in questo modo.
ed è stato meraviglioso.
poi hai dimenticato l’idea e ti sei immerso nella vita reale.
la vita reale te lo ha messo nel culo.
sei tornato all’idea.
e ai sogni.
e alle illusioni.
sei tornato a scrivere poesie d’amore.
ed essere felice per cose che molti ritengono inutili.
quando l’unico fine è scopare.
quando ti insegnano che le donne servono solo a questo: a scopare.
e tu ancora cerchi.
e ancora ti perdi dentro i loro occhi.
e ancora immagini quanto tu possa essere speciale per ognuna di loro.
mentre naufraghi nella solitudine. e nel bisogno d’amore.
fragile e lucente tra lacrime e sorrisi.
nel profondo del tuo dolore hai scoperto tutto quello che avevi abbandonato.
le foglie che brillano nel sole.
il caldo dell’aria.
i pensieri delicati.

le sue mani strette fra le tue.

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