La
febbre rossa mi aveva debilitato, mentre camminavo per le strade, cercando di
tornare nel quartiere. Avevo fatto un giro largo, passando vicino ai negozi del
piacere, nei pressi della zona africana, avevo attraversato un mercato,
guardando gli strani ortaggi che erano esposti, dovevano provenire da paesi che
non conoscevo - provare la polvere, disse un uomo con un lungo copricapo che
finiva in due corna da caprone in pelle nera, polvere buona, provare polvere,
mi avvicinai, avevo caldo e sudavo, sentivo la testa leggera, l’uomo mi passò
un sacchetto porpora pieno di una polvere grigiastra, la portai al naso,
ricordava l’odore del pepe e dello zenzero, sei sicuro che non ci sono
problemi? Gli chiesi, nessuno problema, fece lui, sorridendo, gli mancavano
alcuni denti, ne tirai un po’ con la narice sinistra, i colori si incendiarono,
le chiome degli alberi divennero gialle, aranconi, viola, rosso scuro, il vento
era liquido e potevo passarci le mie mani nel mezzo, come fosse acqua, polvere
buona, disse ancora l’uomo, ora il suo sorriso si stava sciogliendo in labbra
colorate, distolsi lo sguardo, le mie gambe si arcuavano ad ogni passo, provai
a dirigermi verso il quartiere, sentivo caldo, molto caldo, volevo spogliarmi,
passai davanti ad una serranda un po’ abbassata, non si capiva se dentro ci fosse
qualcuno o no, entra, sentii una voce,
mi girai, una donna orientale in stivali di pelle e gonna corta, con una
giacchetta scura, mi sorrise, entra, sembrava una calamita, la mia volontà
venne cancellata, oltrepassai la soglia, sentivo il mio corpo ardere, mi
ritrovai su un lettino nero, le caviglie e i polsi legati, un anello di
costrizione alla base del cazzo, le palle legate, la cappella era enorme e
rossa e pulsante, lei mi chiuse gli occhi e iniziò a sfiorarmi, la mia pelle
sembrava brace.
Camminai
ancora, una volta fuori, spingendomi oltre una piazza e poi sotto uno dei ponti
della ferrovia e l’ombra di Papa che mi seguiva, continuavo ad avere la fronte
calda e le ossa scosse dai brividi, l’ombra si trasformò nel profilo di una
torre, nera e oscura, conoscevo quella forma, l’avevo vista in sogno e nelle
notti di pioggia, quando si ergeva avvolta dalla nebbia nella parte occidentale
del quartiere, qualcuno mi stava aspettando.
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