venerdì 8 gennaio 2016

le alte torri #28


La febbre rossa mi aveva debilitato, mentre camminavo per le strade, cercando di tornare nel quartiere. Avevo fatto un giro largo, passando vicino ai negozi del piacere, nei pressi della zona africana, avevo attraversato un mercato, guardando gli strani ortaggi che erano esposti, dovevano provenire da paesi che non conoscevo - provare la polvere, disse un uomo con un lungo copricapo che finiva in due corna da caprone in pelle nera, polvere buona, provare polvere, mi avvicinai, avevo caldo e sudavo, sentivo la testa leggera, l’uomo mi passò un sacchetto porpora pieno di una polvere grigiastra, la portai al naso, ricordava l’odore del pepe e dello zenzero, sei sicuro che non ci sono problemi? Gli chiesi, nessuno problema, fece lui, sorridendo, gli mancavano alcuni denti, ne tirai un po’ con la narice sinistra, i colori si incendiarono, le chiome degli alberi divennero gialle, aranconi, viola, rosso scuro, il vento era liquido e potevo passarci le mie mani nel mezzo, come fosse acqua, polvere buona, disse ancora l’uomo, ora il suo sorriso si stava sciogliendo in labbra colorate, distolsi lo sguardo, le mie gambe si arcuavano ad ogni passo, provai a dirigermi verso il quartiere, sentivo caldo, molto caldo, volevo spogliarmi, passai davanti ad una serranda un po’ abbassata, non si capiva se dentro ci fosse qualcuno o no, entra,  sentii una voce, mi girai, una donna orientale in stivali di pelle e gonna corta, con una giacchetta scura, mi sorrise, entra, sembrava una calamita, la mia volontà venne cancellata, oltrepassai la soglia, sentivo il mio corpo ardere, mi ritrovai su un lettino nero, le caviglie e i polsi legati, un anello di costrizione alla base del cazzo, le palle legate, la cappella era enorme e rossa e pulsante, lei mi chiuse gli occhi e iniziò a sfiorarmi, la mia pelle sembrava brace.


Camminai ancora, una volta fuori, spingendomi oltre una piazza e poi sotto uno dei ponti della ferrovia e l’ombra di Papa che mi seguiva, continuavo ad avere la fronte calda e le ossa scosse dai brividi, l’ombra si trasformò nel profilo di una torre, nera e oscura, conoscevo quella forma, l’avevo vista in sogno e nelle notti di pioggia, quando si ergeva avvolta dalla nebbia nella parte occidentale del quartiere, qualcuno mi stava aspettando.

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