I motori dell’aereo
erano accesi, mandavano delle vibrazioni che mi arrivavano alla base dei
coglioni, li sentivo allargarsi mentre la punta del cazzo si gonfiava, puntando
verso l’alto, erezioni come decolli, forme falliche in volo, penetrando nuvole,
eiaculazioni dorate nel cielo, all’ora del tramonto – gli stivali della donna
erano neri, di cuoio, portava dei pantaloni di pelle, neri, così la giacca,
aveva il naso leggermente storto, verso destra, capelli ricci, lo smalto rosso
sulle unghie delle mani, mi chiedevo se lo avesse dello stesso colore anche sui
piedi – nudo, in suo potere, a baciarle gli stivali con le labbra secche, gli
anelli di metallo impedivano l’erezione, l’energia cresceva, rossa, calda,
intensa – i motori aumentarono la loro potenza, una ragazza disegnava montagne
che assomigliavano a vibratori, sul suo quaderno giallo, voci che non capivo,
un attimo di immobilità, una panoramica veloce di trecentosessanta gradi, una
percezione totale, improvvisa, i lunghi capelli biondi, la spinta del ventre,
nei suoi occhi ho visto un riflesso di cielo, poi il mare, sotto, la spuma
delle onde arrivare, tutto farsi più piccolo e distante, salimmo ancora, lei
succhiava caramelle come dichiarazioni d’amore.
mercoledì 20 gennaio 2016
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