mercoledì 20 gennaio 2016

Berlin #8



I motori dell’aereo erano accesi, mandavano delle vibrazioni che mi arrivavano alla base dei coglioni, li sentivo allargarsi mentre la punta del cazzo si gonfiava, puntando verso l’alto, erezioni come decolli, forme falliche in volo, penetrando nuvole, eiaculazioni dorate nel cielo, all’ora del tramonto – gli stivali della donna erano neri, di cuoio, portava dei pantaloni di pelle, neri, così la giacca, aveva il naso leggermente storto, verso destra, capelli ricci, lo smalto rosso sulle unghie delle mani, mi chiedevo se lo avesse dello stesso colore anche sui piedi – nudo, in suo potere, a baciarle gli stivali con le labbra secche, gli anelli di metallo impedivano l’erezione, l’energia cresceva, rossa, calda, intensa – i motori aumentarono la loro potenza, una ragazza disegnava montagne che assomigliavano a vibratori, sul suo quaderno giallo, voci che non capivo, un attimo di immobilità, una panoramica veloce di trecentosessanta gradi, una percezione totale, improvvisa, i lunghi capelli biondi, la spinta del ventre, nei suoi occhi ho visto un riflesso di cielo, poi il mare, sotto, la spuma delle onde arrivare, tutto farsi più piccolo e distante, salimmo ancora, lei succhiava caramelle come dichiarazioni d’amore.



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