il tramonto è sempre il momento migliore per
mettersi a scrivere. battere le dita sui tasti e aspettare che la notte arrivi.
lasciare che le emozioni fluiscano sotto la tua pelle e diventino parole. poi
ci sono i ricordi e i sogni e tutto quello a cui ti aggrappi per non
sprofondare, con il tempo impari, impari a tenerti a galla, a respirare con
calma, non cerchi più qualcuno che ti salvi perché nessuno
può fare una cosa simile, nessuno a parte te stesso.
Con il tempo impari a controllare la paura, il perenne
senso di solitudine, il dolore per i distacchi, per le persone che ami e
che devi lasciare, con il tempo impari a conoscere te stesso, i tuoi bisogni,
le cose che ti possono fare stare bene. Il cerchio si restringe e
lentamente inizi a capire. E catturi la bellezza delle
persone dentro il tuo cuore e la tieni stretta e in quel luogo entri
per respirare ancora un buon profumo, per guardare ancora i suoi occhi, per
sentire il calore del suo corpo.
Avevo perso la strada
per entrare in quel luogo e ho vagato per anni tra fobie e
paranoie andando sempre più a fondo con il desiderio di trovare la
fine di tutto questo, il momento in cui non sarei potuto scendere più in
basso. Ho vissuto per anni in una solitudine che mi divorava lo
stomaco e la mente, che mordeva la mia carne e le sue richieste, le immagini di
una continua disfatta, un senso di abbandono, la malinconia lucente
nel cuore e negli occhi, le ragazze che ho amato e che ho visto
svanire, allontanarsi, perdersi chissà dove e loro sono state sempre un buon
motivo per andare avanti, per sperare, perché erano le uniche a
trasmettermi delle emozioni che difficilmente riuscivo a spiegare ma
che mi facevano sentire vivo.
Vivo.
E
ogni cosa segue un suo imprevedibile percorso. più cerchiamo di fare
nostro tutto quello che vorremmo tenere stretto fra le braccia, più sarà forte
la sensazione di dolore, di smarrimento, di perdita. e allora imparo a non
chiedere più niente, a prendere con pazienza i regali della vita, come il
tuo corpo che si avvicina, come le mie mani sulla tua schiena, l’odore dei tuoi
capelli appena lavati, i tuoi sorrisi, quelle bellissime sensazioni che sono
quanto di più simile alla felicità abbia mai conosciuto.
perderai
ogni cosa e imparerai. andrai dritto a vedere ciò che si nasconde
al termine della notte e la tua ricerca sarà dura e pericolosa, ti
avvicinerai alla follia e non
ne avrai abbastanza, scoprirai i demoni che ridono di te e
delle tue perversioni e ancora non avrai trovato nulla, darai tutto
te stesso nell’amore e in quello in cui maggiormente credi, parlerai,
lotterai per le tue idee e poi vedrai crollare ogni cosa, vedrai i tuoi stessi
discorsi sbiadirsi e diventare un bianco silenzio, vedrai le persone amate
e non riconoscerai in loro niente, guarderai indietro i tuoi anni e ne sentirai
il peso anche se la vita svanisce dietro di noi, poi ti alzerai un giorno
e tirerai un lungo respiro e ti accorgerai che nulla è
cambiato anche se ogni cosa è diventata diversa. imparerai
a vedere, a vedere veramente le cose e le persone, a vedere dentro
di esse, scivolerai negli occhi e arriverai diritto nel loro cuore.
passerà anche
questa stazione senza far male
passerà questa
pioggia sottile come passa il dolore
ma dove, dov'è il
tuo amore
ma dove è finito
il tuo amore
Matteo
suona la chitarra, Davide canta De Andrè, sono le tre e mezza di mattina,
mi scolo con calma un bicchiere di birra dopo l’altro. La musica mi entra nelle
vene, pulsa con il mio stesso sangue. Davide canta Hotel Supramonte, i brividi
partono dalla base della colonna vertebrale, si espandono sulla pelle. Canto
insieme a lui. Mi sono perso tante di quelle volte tra le parole di
De Andrè, nella sua musica, nelle emozioni che la sua voce mi trasmetteva.
Che poter condividere quelle stesse emozioni con altre persone è
come prendersi per mano e oltrepassare la tristezza e il dolore della
vita, scavalcare i recinti della realtà e arrampicarsi sui muri della notte per
toccare squarci d’ignoto e infinito. La musica mi porta lontano. Oltre me
stesso. In luoghi dove non esiste più la mia stupidità, ma solo l’essenza di
quello che sono.
ma se ti svegli e
hai ancora paura ridammi la mano
cosa importa se
sono caduto se sono lontano
perché domani sarà
un giorno lungo e senza parole
perché domani sarà
un giorno incerto di nuvole e sole
Mi
sono tenuto a distanza dalla gente per interminabili giorni, sempre più
distaccato, ingabbiato dentro me stesso, smarrendo il senso dei rapporti umani,
dei contatti, dei discorsi. Un’ombra. Un idiota. Passavo e
ghignavo, convinto che nessuno mi avrebbe più riconosciuto o avrebbe
avuto la voglia di sfiorare le mie dita o di baciarmi o di dirmi quanto fossi
speciale e importante.
Vedo
Viviana fuori dal bar. Cammino a occhi bassi, poi li alzo, i nostri sguardi si
incontrano per pochi secondi, il cuore è gelido e indifferente. Non sento
nulla, non ho voglia di salutarla, di chiederle come se la passa, non ho voglia
di dire cose stronze e imbarazzanti. E non credo possa esistere una tristezza
così grande, un senso di sconfitta così profondo. perché è una
ragazza che per tanto tempo ho amato con tutto me stesso, è stata una ragazza
che ho aspettato per anni e l’averla trovata mi aveva fatto stare bene, mi
aveva fatto sentire felice, per un certo periodo. Poi sono successe cose
inevitabili, cose che non avevo immaginato. I sogni si sono scontrati con la
realtà. Con la noia, con i rapporti quotidiani, un giorno dopo l’altro, l’amore
si è nascosto da qualche parte e non sono più riuscito a trovarlo. Ma i suoi
occhi erano così densi di dolcezza, quando mi guardava, che a volte
avevo paura di non meritarmi quella meraviglia, quell’amore.
Le
prime volte che scopavamo, sul pavimento di casa sua, nell’oro della mattina,
accarezzandoci e sentendo ogni singola emozione e venire guardandosi
negli occhi senza nulla che potesse dividerci o corromperci, poi rimanere
abbracciati e respirare insieme, senza promettersi nulla, sospirando un amore
che per la prima volta potevo tenere tutto per me, senza l’angoscia
di perderlo o di vederlo tra le braccia di altri. E questa è la giovinezza, con
le sue splendide illusioni.
L’amore
muore, quando ci si inganna, sperando che le cose migliorino o tornino come
prima. Quando si inzia a mentire. A se stessi. A chi hai vicino. Quando si fa
finta di niente e ci si dice che le cose cambiano e i rapporti mutano. E’ solo
un modo per tirarsi indietro, senza avere il coraggio di ammettere che ci sono
altre personoe da amare, altri universi da scoprire.
L’alcol e l’hashish rendono ancora
più magnifici i confini del mio sogno. Trasformano la realtà e mi trattengono
dentro uno sguardo che riesce di nuovo a trovare la bellezza intorno a sé.
Poi
ci sono le tue mani che mi accarezzano i fianchi e le mie mani che ti stringono
forte e respiro e sento il tuo stesso respiro ed è come se fossi tornato a casa
e tu sei con me e sono attimi che non riesco neanche a capire
quanto durino, vorrei solo non finissero mai, vorrei
solo sciogliermi, sparire, dissolvermi nel tuo abbraccio.
E
questo è l’amore
E
tutto quello di cui non ho più bisogno.
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