venerdì 17 maggio 2019

Brechfa Forest

I primi daffodils stavano sbocciando e il sole, quando appariva nel cielo, stava diventando più caldo e Tom e John Joe lavoravano insieme, bizzarra coppia da vaudeville postproletario, con le loro tavole di legno da inchiodare in stanze smembrate di fantasie segrete, i rumori stridenti delle seghe elettriche che stupravano il silenzio della mattina e quello degli alberi, nelle giornate in cui rimanevano immobili ad osservarci, in attesa che qualcosa che solo loro conoscevano venisse a trovarli. Bottiglie di vino e serate passate a bere e guardare il fuoco, i progetti di James, la sua musica di proiezioni architettoniche polidimensionali, i concerti in giro per l’Europa, i gruppi di poeti scalzi che si ubriacavano e declamavano versi nelle spiagge nude di versi sabbiosi, il montaggio di scene erotiche in un sogno di estasi sessuali, le immagini di un matrimonio mai celebrato, i cani che mi seguivano nelle mie passeggiate e se non erano loro sarebbe stato qualcun altro, i calci in culo continuavano ad essere un linguaggio universale, comprensibile da tutti, uomini, donne e bestie, i sentieri nei boschi, il dischiudersi delle percezioni, la luce che disegnava la realtà in incandescenti sinfonie visive, ogni fenomeno risplendeva di vita, dentro, fuori, intorno, ovunque. Rimanevo come sorpreso da così tanta sublime bellezza, presente in ogni molecola di materia vivente e non, la natura sapeva come insegnarmi di nuovo tutto quello che non avevo mai osato studiare o semplicemente dimenticato, i primi segni della primavera, un mirabile linguaggio da imparare a leggere e decifrare, con il cuore prima degli occhi, ero di nuovo un bambino, libero finalmente di muoversi nel suo personale universo di sorprese e incanti.

freewheelin' #81

  Frammenti di una festa in differenti momenti del giorno e della notte, una bambina araba che mi prende per mano e suo padre che riceve inn...