mercoledì 31 agosto 2022

dream #118

 Sono in una classe e un giovane ragazzo sta facendo lezione, lo ascolto dall’ultimo banco - Abbiamo una discussione, ad un certo punto e questo nostro parlare è prolungato, ampliato nel tempo e si svolge in scenari diversi - Siamo in una casa e stiamo cercando di chiarirci, lui mi rimprovera delle cose che ho fatto e io cerco di spiegargliene i motivi, poi ci abbracciamo e provo quella antica sensazione di trovarmi con un vecchio amico - Decido di uscire per andare a comprare del cibo e del vino per la cena, le strade della città sono sconosciute - Sono in una stanza insieme ad altre persone, sono seduto vicino a una finestra e una giovane ragazza mi si avvicina e poi mi si siede sopra, sento il contatto del suo corpo contro il mio e c’è una tensione sessuale fra di noi, un’energia che passa e che percepisco molto nitidamente, comincio a eccitarmi e a toccarla, vedo le mie mani accarezzarle il ventre e poi salire verso i piccoli seni per massaggiarli e poi strizzarne i capezzoli fra le dita, lei geme, lentamente, poi comincia a parlarmi, mi afferra la pancia, ridendo, poi ci stiamo baciando con le altre presone che ci passano intorno senza che ce ne importi nulla - Ancora per le strade, cammino insieme ad alcuni ragazzi stranieri, mi sembra che abbiano la pelle scura e parlino con uno strano accento la mia lingua, abbiamo delle buste della spesa in mano e stiamo tornando verso la casa in cui abitiamo - Davanti alla porta del nostro appartamento (ce ne sono due uguali, a dire il vero) uno dei ragazzi si accorge di non avere le chiavi, così suono al campanello dell’altra porta e viene ad aprirmi una donna, mi fa entrare e dentro ci sono delle ragazze, lei mi sorride e mi dà una chiave - C’è silenzio dentro il nostro appartamento e colori scuri dipingono le pareti e ci sono tante stanze e non so quale sia la mia così rimango in piedi in un corridoio, con una busta ancora in mano, in attesa che qualcosa succeda.

sabato 20 agosto 2022

dream #117

 Stavo scendendo le scale del palazzo dove abita mia madre, poi ho attraversato di corsa il cortile e sono uscito fuori dal portone, avevo una bottiglia di vino rosso in mano, già stappata e una volta per strada mi sono diretto verso una macchina ferma in doppia fila, proprio là, davanti a me e dentro, sul sedile posteriore, c’erano Alessandra e Marta - La macchina era circondata da uomini che non conoscevo e sembravano tutti abbastanza eccitati - Mi sono avvicinato a uno dei finestrini, aperto e ho passato la bottiglia di vino ad Alessandra che già sembrava alquanto ubriaca - Poi io, lei e Marta eravamo dentro al portone, nell’androne del palazzo, poi nel cortile e prima di entrare nella scala dove abitava mia madre mi sono girato a guardarmi indietro e con una sensazione mista di apprensione e paura mi sono reso conto che gli uomini che stavano intorno alla macchina ci stavano seguendo con intenzioni non proprio amichevoli - Allora velocemente io e le mie amiche abbiamo preso l’ascensore e  mentre salivamo verso il quinto piano, tastandomi le tasche, mi sono accorto di non avere le chiavi di casa, ho sentito il panico impossessarsi di me, anche perché sapevo che quegli uomini stavano continuando a seguirci per le scale - Arrivati al quinto piano l’ascensore si è fermata, siamo usciti e ho suonato il campanello della porta della casa di mia madre, lei ci ha aperto, per fortuna, ho pensato e siamo entrati tutti e tre dentro - Mi sono sentito finalmente salvo.

Ero in una città e dovevo prendere un aereo per tornare da qualche parte dove qualcuno mi aspettava - Poi mi sono perduto nel tragitto verso l’aeroporto, ero confuso, con l’ansia di fare tardi per il volo - Sono davanti alla fermata di un autobus, non so dove andare, le strade del mondo mi hanno rapito ancora.


venerdì 12 agosto 2022

dream #116

 Avevano organizzato un incontro clandestino in un edifico apparentemente abbandonato, fuori città, ci avevano detto come arrivare, era notte, sono passato per una porta e mi sono ritrovato in una sala in cui c’erano già altre persone - Qualcuno ha iniziato a parlare e poi un uomo si è alzato in piedi dicendo che stava per venire la polizia e che tutti dovevamo scappare, ho sentito una fitta di panico nello stomaco e sono uscito dalla sala, mi sono messo a correre verso una porta oltre la quale c’erano delle scale, in quel momento sono sbucati fuori dei poliziotti (o forse erano soldati) e hanno preso un paio di persone che avevo davanti, così mi sono diretto dalla parte opposta e uno dei poliziotti si è messo a seguirmi, volevo solo fuggire via da lì e invece mi sono fermato e mi sono girato verso di lui - Il poliziotto mi ha raggiunto e abbiamo cominciato a parlare e dopo un po’ la tensione e la paura che provavo si sono sciolte e insieme siamo andati in una stanza e abbiamo continuato a discutere - Sentivo che qualcosa stava succedendo nell’edifico ma non sapevo bene cosa, c’era il peso invisibile di una inquietudine in quel luogo, allora ho chiesto al poliziotto che cosa sarebbe successo e lui mi ha detto che non ci avrebbero lasciati andare via senza averci prima picchiato, la paura è tornata e sono rimasto in silenzio - Ero fuori, in una zona mezza abbandonata della città, era notte, ero solo, ho camminato senza sapere dove andare, qualcuno, prima o poi, mi avrebbe trovato.

lunedì 8 agosto 2022

dream #115

 Stavo camminando e sono arrivato in una zona periferica di una città, con delle baracche e resti di case, mi sono messo a rovistare fra i calcinacci e la sporcizia circostante, come ero solito fare nei miei giorni di vagabondo - È arrivato un uomo che sembrava vivere da quelle parti, mi ha mostrato la sua casa, bizzarra, strana, un insieme di cunicoli e improbabili stanze - Abbiamo iniziato a scendere nel sottosuolo ed era buio e umido e c’era odore di muffa, la voce dell’uomo parlava, raccontandomi qualcosa, poi sono scivolato e sono caduto e ho continuato a cadere lungo un cunicolo, i cui contorni erano malleabili e fangosi, quasi impalpabili, mi sono ritrovato sul fondo, ho avuto paura perché non sapevo dove ero, ho chiamato l’uomo, nessuno mi ha risposto, ho provato a risalire, arrampicandomi, non vedevo nulla, le mie mani afferravano qualcosa che si sgretolava, poi sempre in questo modo sono riuscito a muovermi, forse strisciando, fino a quando ho sentito la presenza di due uomini, da qualche parte, sopra di me, hanno parlato, mi sono messo in piedi e anche se non li vedevo sapevo che erano lì, uno dei due mi ha spruzzato qualcosa sulla faccia e ho capito che voleva drogarmi e abusare di me e ho avuto di nuovo paura, ho chiuso gli occhi e sono svenuto - Ero fuori, camminando lungo strade di piene sporcizia, con i cassonetti stracolmi di rifiuti, poi è passato un camion della spazzatura, anche se aveva una forma diversa da quella solita, ci sono salito sopra e mi sono messo vicino al conducente e gli ho detto di andare via da lì, lui non ha detto niente, ha continuato a guidare, il suo volto cambiava, i suoi lineamenti e le sue sembianze si trasformavano da un secondo all’altro, io non avevo nessuna idea di dove stessimo andando e la città è divenuta un miraggio e chissà quando ci saremmo fermati - Il mondo era un mistero che nessuno mi avrebbe potuto spiegare. 



giovedì 4 agosto 2022

freewheelin' #67

Un uomo parlava da solo, davanti a un bar ormai chiuso, dicendo che la terza guerra mondiale c’era già stata ed era domenica sera e tirava un vento freddo e stavo camminando e c’era un furgone bianco che mi seguiva, poi mi ha superato e si è fermato davanti a un cassonetto, è sceso uno zingaro con il suo spadino di metallo, sorridendo e con il suo arnese in mano ha smosso un pò i sacchi dell’immondizia nel cassonetto, non ha trovato niente, non sembrava che gliene importasse più di tanto, il suo sorriso era sempre allo stesso posto, così è risalito sul furgone, dove il resto della sua famiglia lo aspettava, ha messo in moto e si è diretto verso il prossimo gruppo di cassonetti, che bella maniera di stare insieme, ho pensato, mi sarei dovuto trovare anche io uno spadino, per essere più professionale nelle mie ricerche nel variegato universo della monnezza, per adesso mi interessavano solo scarpe da donna usate (per le mie attività masturbatorie) e libri (per quelle intellettuali), chissà, forse, avrei potuto ampliare la mia gamma di interessi - C’era Catalina ad aprirmi la porta e credo che anche Maria fosse con noi, c’era una sensazione tattile in quella stanza, di cose che potevano essere toccate e poi è apparso mio zio Marco e mi ha detto qualcosa e ho pensato che era strano incontrarlo lì, sembrava tranquillo, poi era notte, fuori, da qualche parte e un furgoncino mi stava aspettando, ci sono salito sopra, qualcuno stava al volante e canticchiava una vecchia canzone - Avremmo conosciuto un giorno la felicità, anche a costo di non svegliarci mai più dai nostri sogni.


martedì 2 agosto 2022

Orgiva #77

E ogni cosa iniziava a confondersi di nuovo, le emozioni, i sentimenti, le lacrime, le risa, le erezioni, le carezze, le parole e i silenzi - L’aeroporto di Malaga e il primo abbraccio con Sara, il primo sguardo e già i nostri occhi erano umidi e il viaggio in macchina fino a Orgiva e poi la sera che appare, improvvisa, come se nessuno la stesse aspettando, con i profili delle montagne, delle colline, ormai così familiari, forme e colori, solo forme e colori, senza più nomi, erano stati questi gli insegnamenti dell’acido e poi la casa, con il suo respiro, i quadri, il nuovo divano, la stanza da letto, dove dormire, intrecciarsi, amarsi, piangere, dove dichiarare poesie, dove innescare le nostre tragedie, aprendo ferite, sentendone il dolore, la sua eco, possedendoci ancora, scambiandoci la pelle e l’anima e quello che esiste in ogni distanza che ridiventa contatto - E i ragazzi in un angolo di un palazzo a Motril, nel quartiere arabo, prima che arrivasse la notte e noi avevamo caricato un materasso sul tetto della macchina, perché ci fossero altri luoghi dove addormentarsi e sognare, perché l’universo si rivelasse ancora dentro di noi, nei respiri, sotto le palpebre, come se le stelle non fossero altro che il riverbero dei tuoi occhi, quando ti svegliavi e ti baciavo perché non sapevo fare altro e poi le tue domande da bambina e gli attimi di violenza e il tempo che diventava veloce e a cui io non sapevo come stare dietro, seguendo il passo rallentato dei battiti del mio cure e i bicchieri di vino e le risate e i personaggi idioti che inventavo per alleggerirti l’anima e mi accorgo solo ora di quanto Roma fosse diventata solo un luogo di fantasmi, di memorie, di momenti svaniti che non sarebbero più ritornati, c’erano i miei genitori, c’era ancora la mia infanzia, da qualche parte, nella luce delle strade, nelle stanze della casa dei miei nonni, pranzavo spesso con mia madre e bevevamo vino e lei mi sembrava come sospesa nel tempo e poi c’erano frammenti, attimi in cui la vedevo come se stesse per svanire e questi fotogrammi si imprimevano nella memoria, in quella futura e più di ogni altra cosa potevo vedere quello che aveva dentro e quanto di esso mi appartenesse e poi ero ancora nel pueblo e mi sembrava di tornare al presente anche se non capivo bene quale fosse e poi sarei partito un’altra volta per tornare indietro anche se ogni direzione non aveva più nessuna importanza, era un lento sciogliersi nei misteri della vita, a cui avevo smesso di oppormi, perché fosse la sua meraviglia quello di cui avrei potuto parlarti e la saggezza che essa racchiude e l’amore che tutto permea e fa palpitare e l’infinito di quello che siamo e mai capiremo di essere.


freewheelin' #81

  Frammenti di una festa in differenti momenti del giorno e della notte, una bambina araba che mi prende per mano e suo padre che riceve inn...