domenica 24 gennaio 2021

Orgiva #22

Alcuni dei tossici locali passavano il loro tempo seduti agli angoli delle strade, in ombra, quella della loro anima, in attesa della prossima pera, uccidendo le ore parlando fra loro, non so che cazzo avessero da dirsi ma le loro bocche si muovevano e i loro occhi sembravano intendersi - Le copertine mezze bruciate di vecchi libri usati, posati accanto alle lattine vuote di birra e ai cartoni da un litro di vino scadente, i tossici non parevano interessati a ciò che li circondava, ogni tanto qualcuno gli allungava un’offerta, loro biascicavano un ringraziamento senza denti e poi tornavano nel loro mondo di brividi di vetro e corpi di carta - Vagavano da qualche parte le immagini di Bob, mentre suonava la chitarra e cantava, altre provenivano dalla sua giovinezza, fotografie mentali scattate chissà dove, altre ancora lo ritraevano sorridente, le sostanze in circolo, la filosofia di vita di un bohémien anarchico - Non avevo molta voglia di uscire di casa e tantomeno di incontrare persone - Rubavo riproduzioni di figure in bianco e nero dal piccolo balcone, quando la luce mi indicava chi ritrarre e chi no, cucinavo, leggevo, ascoltavo musica, scrivevo, parlavo con Sara, mi masturbavo pensando a lei, sui suoi stivali, sulle sue mutandine, senza venire, non scopavamo più, rimanevamo in silenzio ad ammirarla, la desideravo, non la volevo intorno, ridevamo, ci raccontavamo i nostri segreti, ci sbronzavamo, guardavamo un film, mi perdevo nei suoi occhi e nella sensualità del suo corpo - Stagioni senza nome, giorni spogliati di qualsiasi identità, stavo aspettando che lei mi aprisse il cuore di nuovo e che lo facesse con violenza, perché tornassi ad amarla, perché fosse ancora il centro del mio mondo e solo ora che la ho perduta posso guardarmi intorno e vederla ovunque.


mercoledì 20 gennaio 2021

Scrivere (2009)


- Non ti innamorare.

- E’ la cosa più difficile, almeno per me.

Ti lascio verso le due e mezzo di notte, il calore della tua gamba contro la mia, il tuo volto che si confonde tra le ombre degli alberi e la luce delle stelle, il contatto delle tue dita quando ti passo una canna. Ti bacio sulla guancia e ti auguro buonanotte. Sono abbastanza sbronzo, salgo in camera, mi tolgo le lenti, mi lavo i denti e mi butto sul letto. Passano poche ore e ti incontro di nuovo nei miei sogni, continua ogni cosa, continuano le emozioni, solo che siamo da un’altra parte, non so neanche io dove ma è dannatamente bello vederti anche in questi luoghi, in cui ho viaggiato per anni, perdendomi e cercando vie d’uscita e adesso ci sei tu e siamo soli e finalmente ti posso prendere per mano e dirti tutte le cose che mi sento crescere dentro e sono parole d’amore. Tu mi sussurri il segreto della bellezza e della gioia, poi ci baciamo piano, un bacio delicato, semplice. Un bacio per dirsi che la vita può essere qualcosa di diverso dalla paura e dal dolore, qualcosa di luminoso e puro, come l’alba sul mare, nel silenzio di una spiaggia, nella meraviglia di ogni illusione che si svela ai primi raggi del sole.

- Ci sono alcune cose che dovrei dirti e non riesco a trovare il momento giusto per farlo.

Ogni volta che ti vedo. La voglia di abbracciarti, di sentire il tuo corpo. Il risveglio sul letto. Quella sensazione. Quella sensazione che mi aveva accompagnato per tutta l’adolescenza e che credevo perduta, morta, dispersa, torna e si insinua nel cuore e chiudo gli occhi e ti penso e respiro piano e sono brividi, cazzo, sono brividi lungo la pelle che scendono in profondità, sono la vita e il suo caos, sono le distanze e i saluti, la felicità di incontrarsi e di sfiorarsi, le giornate di sole, le foglie che brillano nell’aria calda dell’estate, i cieli sterminati, la spuma delle onde, il silenzio e le mille parole non dette, racchiuse in uno sguardo. Ti prendo la mano. Ti avvicini e mi fai vedere una foto. Ti giri e ti bacio i capelli. Il loro profumo. Disordine e calma. E’ la vita che mi è tornata dentro e che io non abbandonerò mai più. Una promessa.

Una ragazza che non vedevo da nove anni. Pranzo da lei. Parliamo di quello che il destino ci ha riservato. Molto dolore. Perdite. Sogni andati in frantumi.

 - Cosa cerchi?

- La vita. E i ricordi. Qualcosa da mettere nel mezzo, tra me e una persona. Qualcosa che ci divida. Qualcosa che mi possa portare dietro.

E’ strano il tempo. E’ strano e magico quello che ci lega agli altri. E’ strano l’amore. Ed anche con lei ho il cuore colmo di emozioni, mentre la guardo, mentre le parlo, mentre ci confidiamo i nostri segreti, le nostre sconfitte. Le paure. Le attese. I bisogni. Vedo ancora quella ragazza con cui ho passato anni ed estati. Ancora una volta i regali inaspettati della vita. Beviamo dell’ottimo vino bianco e continuiamo a parlare. Poi siamo in macchina, mi accompagna verso casa. Ci salutiamo. L’abbraccio. Sento il suo profumo. La bacio sul collo. Non la vedrò mai più.

Eleonora mi guarda nella notte, tra i riflessi dei lampioni. Ricambio lo sguardo. Camminiamo verso il bar, ci prendiamo un gelato, ci raccontiamo parti delle nostre vite. Ogni tanto la vedo silenziosa, allontanarsi, come se qualcosa la rapisse per portarla non so dove e il suo volto, meraviglioso, pieno di bellezza, diventa triste, assorto, perduto in pensieri che non riesco a indovinare. Lei possiede dentro una forza che deve imparare a conoscere, a controllare, a far crescere. Lei sa come sedurre gli uomini, forse inconsciamente e lo fa con una tale grazia che a volte vorrei solo prenderla per mano e accompagnarla lontano, sotto le stelle, in quei luoghi dove l’amore è ancora possibile con tutti i suoi segreti e le sue sensuali fantasie.

Bacio una mia amica sulla guancia per salutarla. In quel bacio c’è tutto quello che ancora provo per lei. E ogni volta che ci guardiamo passano così tante cose tra i nostri occhi che rimarrei ore e ore a fissarla, indifeso.

L’amore è ovunque. Intorno a noi. Solo che siamo troppo stupidi e ciechi per accorgercene. E alziamo muri, creiamo gabbie, percorriamo strade affollate e allora tutto si perde e diventa opaco, banale, inutile. E su questo nulla la gente costruisce le proprie esistenze, ingannandosi, fino a quando le bugie diventano odio e l’odio rancore e le bellezza muore, le emozioni appassiscono e ogni cosa si ripete all’infinito senza che la gente abbia più il coraggio di chiedersi cosa il proprio cuore chieda con tanta forza, con tanta rabbia. La gente smette di ascoltare i propri sogni, di cercare, di vivere con forza e passione, fragilità e gioia. Le gente crepa e continua a respirare. E non si accorge più di niente, scivola triste e muta verso l’oblio. E la fine. E la terra umida e oscura.

Scrivi per non dimenticare. Per rabbia. Per fare uscire il dolore. Per distruggere qualcosa. Per amore. Scrivi perché ne hai bisogno. Perché non puoi farne a meno. Le parole sono nello stomaco. Nel cuore. Poi nella punta delle dita. Una carezza. Un pugno. Un gesto di tenerezza. Uno scatto d’ira. La testa nelle mani. A piangere. Un ultimo respiro. Sale tutto dentro. E trovi la forza. Di scrivere. Di continuare a farlo. Le parole non andranno perdute. Le tue emozioni. Saranno una testimonianza. Qualcuno le leggerà e troverà in esse la vita. La sofferenza. La propria vita. La propria sofferenza. Sentirà la tua voce. E sarà identica alla sua.

lunedì 18 gennaio 2021

dream #102

 Ero in macchina con una donna e i suoi figli e c’era qualcosa in lei che mi attraeva, stavo cercando parcheggio perché dovevo andare da Sofia e poi le strade sono diventate confuse e la città è scomparsa e mi sono ritrovato a casa di Marco e stavamo parlando e lui mi faceva delle domande, se lavoravo, quanto guadagnassi ma non c’era più nessun lavoro nella mia vita come non c’era più nessun guadagno - E avrebbero dovuto abolire tutti i soldi e dare fuoco a ogni banca e non sapevo perché continuassi ancora a preoccuparmi di queste cose - Lande immerse nel sole, giochi di ombre, sagome oscure di persone, scatto dopo scatto dopo scatto - I corridoi vuoti di una scuola, le assemblee senza più nessuno che avesse voglia di dire la sua e combattere, lotte finite, cortei di fantasmi, i cortili, le aule, un’adolescenza svanita fra lezioni bruciate e compagni scomparsi, chi cazzo aveva più la forza di stare a spiegare e a discutere, a ripetere le stesse cose di sempre - Quella vita era passata, diceva lo scrittore, dovevo solo dimenticarla, non c’erano più legami, nessun ricordo, nessuna testimonianza - Inventa un altro te stesso, indossa i suoi vestiti stracciati, vaga per i vicoli e le strade sporche, quanto di questa storia sarà ancora una fuga del tuo cuore? Quanto di questa caduta sarà ancora l’unico modo per perdersi e mai più ritrovarsi?

martedì 12 gennaio 2021

senza titolo

 Non dovremmo giudicare noi stessi dalle nostre azioni, perché non sono altro che il simulacro di una decisione mai presa e lo senti nel cuore, nel suo chiudersi e aprirsi tutto il dolore che arriva come fosse una lenta e calda onda, una carezza. uno schiaffo, così dolce, così crudele, lo senti nelle lacrime e nella loro tenerezza, lo senti nell’odore della sua pelle in un letto ormai vuoto, negli ultimi abbracci a qualcuno che non stringerai più, lo vedi ancora nei ricordi di ogni volto che hai lasciato andar via, nei sorrisi, negli istanti che precedono ogni fine, in quella luce, in quel tempo meraviglioso e sospeso, di una bellezza struggente, nel silenzio che ti porterai dentro, nell’eco di ogni parola d’amore che non sei mai riuscito a dire.

lunedì 11 gennaio 2021

Orgiva #21

 Avevano di nuovo chiuso i bar, i ristoranti, le pizzerie e per me andava anche bene così, significava meno rompicoglioni in giro, meno confusione, vagavo ancora per i vicoli, i percorsi erano sempre gli stessi, con minime variazioni, ogni tanto buttavo l’occhio nei cassonetti alla ricerca di mutandine da donna o magari una scarpa con il tacco alto sulla quale mi sarei potuto masturbare, alcune volte trovavo per strada un pacchetto di cartine e per fortuna avevo smesso di raccogliere mozziconi di canne o sigarette dall’asfalto.

Se c’era un’umanità che avrei dovuto sentire per riavvicinarmi ai miei simili non sapevo proprio dove si trovasse, me ne stavo per i cazzi miei ed era meglio così - Era sempre stato meglio così, suggeriva sorridendo lo scrittore - Qualche mattina o sera mi tornava pure la voglia di scopare e anche quella sarebbe passata e di tutti i gemiti, le grida, le frasi che colavano nelle orecchie, i fluidi, le promesse di piacere e sofferenza non sarebbe rimasto nulla, solo un pallido sogno, un film sbiadito - Me ne andavo sulla terrazza ad osservare il tramonto, qualcosa della mia essenza si manifestava in questi momenti sospesi, vedevo quello che avevo dentro nelle forme delle montagne e delle nuvole, nelle loro linee e colori ed era meraviglioso, poi me ne tornavo a casa, ascoltavo un pò di jazz, bevevo un paio di bicchieri di vino fra attimi perduti e altri fuggiti via, perché nulla di questa vita è mai realmente esistito.


mercoledì 6 gennaio 2021

Orgiva #20

 Soldi qui non se ne trovavano (e i produttori erano fuggiti in qualche cortijo clandestino, in montagna, a passare l’inverno fra pipe d’oppio e fiale di morfina) e c’erano ancora delle scene da girare e anche Paul era sparito e allora mi sono ritrovato seduto al Metal Bar a parlare con Frank, dando così forma a voce alta, confusa e splendente, a quello che rimaneva dei miei pensieri - L’unica soluzione possibile mi sembrava quella di andare fuori dal Semaforo e convincere un manipolo di desperados locali (Tim, Andy e altri di cui non sapevo il nome) a salire su un furgoncino (lo avrei chiesto in prestito a Wibbs) e andare fino ad Almeria per girare le scene che mancavano - C’erano parecchi vantaggi economici, i desperados non avevano bisogno di trucco e costumi, erano già perfetti il loro aspetto e i quattro stracci che indossavano e non avrei dovuto pagarli ma solo rifornirli di alcol e qualche droga e per gli esterni avremmo usato quelli che rimanevano dei set dei film di Sergio Leone - Mi pareva un’idea brillante e anche Frank sembrava d’accordo anche se dubito avesse ascoltato una sola parola di quanto avessi detto, però sorrideva e questo già era abbastanza - Tim si è avvicinato e si è messo a suonare il suo violino, inginocchiandosi fra i tavoli, gesùcristo, ho pensato e così anche la colonna sonora è fatta.

freewheelin' #81

  Frammenti di una festa in differenti momenti del giorno e della notte, una bambina araba che mi prende per mano e suo padre che riceve inn...