Camminavo per i vicoli del centro ed era l’ora di pranzo
e avevo bisogno di stare da solo, pensavo ad un posto dove andare e sono arrivato
davanti alla chiesa di Santamaria in Trastevere. Sono entrato e c’era un buon
odore, come d’incenso e quel silenzio che cercavo, ho fatto alcuni passi e mi
sono avvicinato a delle candele, ne ho presa una spenta e l’ho accesa,
lasciando una piccola offerta, volevo che quel bagliore illuminasse la strada
di Maria se lei non mi avesse più voluto vicino.
Mi sono seduto su una panca e il silenzio continuava
a proteggermi e a entrarmi nel cuore e ho pregato per lei, chiedendole perdono
per il dolore che le avevo procurato e qualcosa si è sciolto, proprio al centro
dello sterno e ho iniziato a piangere e insieme alle lacrime cadevano anni e
anni di sofferenze, di paure, di rimorsi, di incomprensioni e di angosce, tutti
quegli anni in cui mi sono nascosto senza mai aver avuto il coraggio di alzare
la testa e andare avanti da solo, consapevole, lucido, in ogni istante di vita,
in ogni singolo passo.
Finiscono le lacrime e una grande pace si espande
dentro di me, colmandomi in ogni respiro che faccio. Dalle alte vetrate della
chiesa la luce trasforma in oro le immagini di Cristo e dei santi, la luce
trasforma in oro il mio volto mentre viene a posarsi su questo povero stronzo,
fatto di sangue e di ossa, che continua a porsi domande alle quali non troverà
mai una risposta.