domenica 31 luglio 2016

Bristol #14




C’era un uomo nel bosco che dipingeva una tela, aveva i capelli e la barba lunghi, striati di bianco e grigio. La sua bicicletta era poggiata a un albero e aveva delle piume di uccello legate al manubrio e la luce era meravigliosa mentre passava tra le foglie e lui era calmo e silenzioso e teneva il pennello fra le dita quando i nostri sguardi si sono incrociati per un breve attimo.
Continuavo a vagare ovunque, per le strade della città e per i sentieri delle colline e non avevo la minima idea di cosa fare, continuavo ad andare avanti, a scivolare tra i riflessi del mondo. Gli alberi mi chiamavano con la loro voce e i fiori con i loro profumi e il cielo con il suo azzurro e i prati con il loro verde e non avevo nessuna voglia di rinchiudermi di nuovo dentro ad un ufficio, non adesso, non ora, la mia anima era così quieta quando era avvolta dai quei paesaggi e poteva camminare silenziosa insieme al mio corpo. Avrei solo dovuto  seguirla, avrebbe saputo lei la direzione da prendere. Non volevo più scegliere, non volevo più discutere, sarei arrivato in quel luogo, lo sapevo, dove i suoi respiri sarebbero stati identici ai miei.

sabato 30 luglio 2016

dream #34

Sono in un campeggio, ho una tenda, incontro Alessio da qualche parte e gli chiedo se ha notizie di Ariel, se vive ancora in Inghilterra, lui non sa cosa rispondermi – Sono dentro una specie di magazzino e mi sono sdraiato su un divano, arriva Matteo, mi alzo e lo seguo di fuori, cammino per uno dei sentieri del campeggio e mi accorgo di essermi dimenticato qualcosa nel magazzino, lo dico a Matteo e lui si offre di andare a riprendermi quell’oggetto – Sono con alcune donne in un vasto cortile di un palazzo, loro mi stanno truccando, indosso una parrucca, poi quando hanno finito mi alzo nel mio travestimento e cammino per il cortile, sfilando, ci sono delle persone sedute che mi osservano, dico loro qualcosa, delle battute di un copione mentale che avevo imparato in precedenza, le mie parole sono sicure, piene di orgoglio, non ci sono applausi, solo il silenzio di un teatro ormai vuoto.

venerdì 29 luglio 2016

Bristol #13



Il rumore leggero della pioggia e le gocce che bagnano il vetro della finestra, la stanza bianca e i suoi segreti, ho attraversato un centro commerciale nel silenzio della notte. Il tatuaggio di un pavone sulla spalla di una donna dai capelli viola, inginocchiato ai suoi piedi mentre le baciavo le scarpe dal tacco alto, legato su un letto rosso, i polsi e le caviglie incatenate, l’elettricità viola che pungeva il mio corpo, il ricordo improvviso di una vecchia sensazione, quando mi tatuarono la gamba e l’ago produceva quello stesso identico dolore misto a piacere. I suoi sguardi improvvisi, brevi, come se fosse intimidita dalla mia presenza, dai miei occhi, era strano visto i ruoli che avevamo, quelle stanze oscure mi facevano sentire a mio agio, non avevo nessuna paura, nessun timore, mi sentivo vivo in una maniera così profonda, non sarei mai riuscito a spiegarlo ad altri, come tante cose, del resto. L’ombra del mio corpo schiacciata su un pavimento, il tempo svaniva, le immagini delle persone che danzavano nei bagliori elettronici, ipnotici e ritmici, i movimenti rallentavano, chiudevo gli occhi, ero ancora lì, il culo delle ragazze che sfiorava la mia mano, erezioni nelle mutande, erano così vicine le loro schiene e i loro capelli, i colli da baciare, tenevo le mie distanze, fino al punto in cui avrei potuto sentire l’odore della loro pelle.

giovedì 28 luglio 2016

Bistol #12



Ho preso una bottiglia di thatchers katy dal frigo, sono uscito e sono andato verso l’osservatorio di Clifton, ho attraversato un parco, tra le ombre e il silenzio, sono salito su una collina e il cielo era scuro, ad ovest le ultime sfumature del giorno, ho camminato un altro po’, gli alberi avevano forme bizzarre, ogni tanto mi fermavo e davo un sorso, poi la città è apparsa, distesa in lontananza, le sue luci che tremolavano nel buio, quelle di un ponte, sospese sul vuoto, mi sono seduto su una panchina e ho finito di bere, poi ho alzato gli occhi, le stelle mi guardavano, loro sapevano cosa fosse veramente importante, era un segreto che tenevano nascosto fino al termine della notte, nell’infinta distanza tra il loro brillare e il resto.

freewheelin' #81

  Frammenti di una festa in differenti momenti del giorno e della notte, una bambina araba che mi prende per mano e suo padre che riceve inn...