mercoledì 13 marzo 2024

freewheelin' #79

 C’era Alain in una stanza, avevamo un meeting segreto ed eravamo seduti ai due lati di un tavolo, poi lui si era alzato e aveva preso un dossier da una libreria in metallo accanto a un muro. Le pareti della stanza erano rosa e non c’erano finestre. Luci alogene scendevano nitide dal soffitto. C’erano state intercettazioni e messaggi politici in codice e paure sovversive e atti di ribellione militante. C’erano connessioni fra il Vaticano e la Cina e agenti segreti che aspettavano di entrare in azione nell’attesa di un ordine del subconscio. Abbiamo comunicato telepaticamente Io e Alain e sapevamo che fuori da quella stanza avremmo dovuto assumere altri ruoli, altre identità. Lui un sacerdote, io un insegnante. Bassi profili, poche responsabilità.

Una donna era entrata e mi aveva portato un registro con nomi e orari e i luoghi degli avvistamenti. Le ho chiesto se ci sarebbero stati altri incontri quel giorno. Uno nel pomeriggio. In un’altra stanza, in un altro spazio mentale disturbato e asettico.

Trasmissioni e interferenze e una camera con un letto dalle lenzuola nere, le pareti erano dipinte di un rosso cupo e sanguigno. Gli album che Sara mi mostrava erano pieni delle sue foto, alcune pornografiche, altre in abiti normali, altre ancora erano mosse, sfuocate, come se fossero state scattate a sua insaputa. Abbiamo parlato e le ho spiegato i prossimi incarichi, gli spostamenti, le persone che doveva seguire.

Ero da solo in un ufficio, come in una stasi pomeridiana, una luce soffusa e l’odore del legno, del sandalo e del tabacco, avrei dovuto leggere relazioni e scrivere rapporti, non ne avevo voglia. Ci avrebbe pensato l’altro a vestirsi elegante, a fumare sigarette turche, a sorseggiare whisky scozzese da un bicchiere di vetro tondeggiante, ipnotizzato dal tintinnare del ghiaccio contro il bordo. Avrebbe fatto telefonate e dato risposte e posto domande. Poi un giro in macchina, il finestrino abbassato, le colline in lontananza, musica jazz come colonna sonora, un ennesimo travestimento, sensazioni fluide e ovattate. 

Avrei voluto essere su una spiaggia, a guardare l’oceano arrivare, insieme a te. Perché non ci fossero più sogni a distrarmi da quello che dovevo fare. 


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