domenica 10 marzo 2024

Roma #43 (tufello)

 Le attese nel sottosuolo e quelle in superficie e grandi uffici in cui il tempo si sgretolava in rumori e sequenze e rumori elettronici - Vecchi seduti in silenzio, borbottando ogni tanto, in quella che sembrava una stanca pantomima della morte, qualcuno avrebbe chiamato il nostro turno, ci saremmo alzati e saremmo andati in silenzio verso quella voce, ci sarebbero state le solite trafile burocratiche anche nel giorno del giudizio? Quesiti tecnici? Incomprensibili verbali da compilare? Nel pacco che avevo ritirato c’era una piccola borsa di tela con l’effigie di un cane e una lettera firmata da una mano lontana, un nome che non conoscevo, c’era stato un errore? Dove erano gli acidi? Dove erano le droghe sintetiche? Poi altre attese nella stazione della metro, parvenze di esistenze al rallentatore, qualcuno blatera di piazze&manifestazioni e appare il fantasma di una gioventù coinvolta nelle contestazioni: divorzio, aborto, pari diritti e poi che altro? Ogni generazione si prendeva i suoi meriti e lasciava le sconfitte a quella precedente.

Colonne di fumo oltre i limiti della città e il vuoto dentro e lunghe notti in cerca di riparo e scie di sangue sui pavimenti dei manicomi ormai abbandonati.

Qualcosa si stava muovendo sul fondo dell’abisso, le vie aspettavano frementi il nostro sudore, sapevamo che i giorni erano contati e che non aveva nessun senso cercare di capire quanti ce ne mancavano.


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