Il
cielo è di nuovo grigio. Il risveglio nella roulotte con il familiare rumore
della pioggia che ci batte sopra, il vento tra le foglie degli alberi e i
ricordi dei sogni da scrivere su un quaderno nero. Avevo trovato dei piccoli
funghi nell’orto in cui avevo lavorato il giorno precedente e li avevo
mangiati, avevo sentito quella sensazione, che qualcosa stesse per succedere,
che le mie percezioni stessero per cambiare, ma poi non avevo oltrepassato il
bordo dello specchio, forse ne avrei dovuti cogliere di più. La terra era
morbida e umida e c’erano radici e vermi e avevano la stessa forma, strappavo
le piante che disturbavano la crescita di quelle commestibili, ho assaggiato
una radice per sapere che gusto avesse ed era amara, ho passato una giornata
con una vanga in mano ed è stato faticoso e appagante e quando ero stanco mi
fermavo e guardavo il cielo e le colline ed era meglio che essere rinchiusi in
quattro pareti davanti a un computer.
Mi
sono messo delle mutandine da donna sotto i pantaloni da lavoro, giusto per
avere un po’ di assurdità nella vita, qualcosa di bizzarro e imprevedibile. Il
pomeriggio ho sborrato nel cesso di legno vicino alla roulotte, con un piccolo
vibratore legato ai coglioni e al cazzo, senza toccarmi, giusto per avere un
po’ di assurdità nelle mie fantasie di masturbazione. Poi durante il lungo
tramonto ho camminato fino a uno spazio aperto per ammirare la magia della luce
e in un campo c’erano dei giovani lama, con i colli che si muovevano snodati e
non sapevo se fossero reali o una visione, anche perché i loro contorni
sembravano brillare, mi sono fermato a guardarli e le nuvole erano trafitte da
raggi di bellezza e la notte ho acceso un altro fuoco e l’ho contemplato per
ore, le stelle erano nobili e arcaiche presenze, gli ho posto delle domande che
non hanno avuto risposta, forse perché non c’era più nulla da chiedere, allora
ho accolto il loro silenzio come una benedizione, quel lontano splendore era il
loro modo di esprimersi, fisso e lucente, sono andato a dormire ancora con le
mutandine da donna addosso, giusto per quel po’ di assurdità che anche i sogni
richiedono.