lunedì 29 aprile 2024

freewheelin' #80

 Litanie adolescenziali nel deserto, con echi di parole ingoiate dal vento, coni di luce sull’asfalto e una machina oscura in movimento - Il limitare della sera lungo i perimetri elettrificati dei campi di sterminio della notte, forme ataviche di violenza subliminale, di somministrazioni sublinguali, azioni paramilitari e sequestri lampo di persone invisibili, ostaggi psichici nascosti in suburre sotterranee, privati del sonno, coreografie di macabre danze nello stomaco, quando le emozioni marciavano per trasformarsi in spettacoli della carne crudeli e osceni, dettati dalla paura - File di spettatori vestiti di stracci, la distribuzione delle ultime dosi lisergiche, perché il mondo cambiasse e dal suo orrore strisciante arrivassero miriadi di arcobaleni ridenti - Scenografie sovversive, narcotrafficanti in giacca e cravatta seduti a discutere nella sala comandi dei gialli sottomarini del subconscio, strategie del ragno stratificate, in ogni posto, in ogni momento, gridava uno degli scimpanzé arrapati dell’Università balinese, lo spaccio di sostanze sarebbe stato capillare, la rete di contatti teoricamente infinita - Sul bordo del sentiero imparavo a scavare piccole buche per catturare rettili primitivi, sul cruscotto della macchina c’erano bizzarri questionari da compilare, mentre le prospettive cambiavano e dei discorsi fatti non rimanevano altro che vagiti distanti, ogni volta che alteravamo il nostro linguaggio si modificava anche il modo di pensare e quindi agire - Durante l’alba arrivavano più nitide le transizioni oniriche trasmesse da dreamland, i battiti cardiaci aumentavano, i messaggi di Sara, i frammenti delle sue storie che lo scrittore ricomponeva sulle righe del libro nero, non eravamo i soli a essere fuggiti da questa vita, nelle baracche e nelle tendopoli la pioggia acida iniziava a cadere, nella stanza di un albergo, come sconosciuti, ci siamo incontrati, mentre fuori la notte sensuale svaniva.

domenica 28 aprile 2024

dream #142

 Un paio di foto di Sara in cui le si vedevano i piedi, le piante dei piedi e che mi aveva mandato sul cellulare (che non riuscivo più a trovare) e quelle foto erano diventate immagini mentali mentre camminavo per un enorme albergo all’aperto, nella ricerca di una doccia libera in cui lavarmi - Ce ne era una su una pedana rialzata, in una complessa struttura a più livelli, con scale che portavano da uno all’altro, avevo lasciato i miei vestiti in un cabina e poi mi ero diretto verso la doccia, con un asciugamano legato ai fianchi, salendo alcuni gradini - Da lì si potevano vedere le camere degli edifici che si affacciavano sull’altro lato dell’albergo, alcune persone erano sedute nei piccoli terrazzi fuori dalle finestre scorrevoli, rilassandosi con un bicchiere in mano, mi stava venendo una erezione - Stavo camminando in un’altra area dell’albergo e avevo addosso solo un costume da bagno, la solita sensazione di smarrimento si era impossessata di me mentre gli scenari cambiavano e forse avrei solo dovuto accettare che quella realtà fosse così, in continuo mutamento, insolita e misteriosa, affascinante e irrazionale e che non esisteva nessuna paura perché non c’era nessun luogo nel quale arrivare, l’angoscia era solo un trucco della mia mente - Ero seduto fuori da un negozio di Via Veneto, chiuso per lavori di ristrutturazione, vedevo le altre persone che mi passavano davanti, avrei potuto essere un mendicante o un miserabile invece di un insegnante in attesa di salire dalla sua facoltosa cliente orientale e non ci sarebbe stata nessuna differenza, un altro me stesso continuava i suoi vagabondaggi, prima che lo raggiungessi per continuare il cammino insieme a lui.

venerdì 26 aprile 2024

dream #141

 Eravamo in viaggio, su vagoni differenti e siamo arrivati in una stazione, per poi dividerci e mentre camminavo per vicoli e attraversavo piccole piazze piene di turisti mi chiedevo dove avrei passato la notte e ho provato a chiamare Luca per chiedergli dove fosse e c’era un lago che brillava oltre il profili delle palazzine d’epoca e ho pensato a Flavia e in una immagine mentale l’ho vista dirigersi verso di me per poi svanire tra la gente senza che avessimo avuto la possibilità di parlare - E c’era stata una festa a cui eravamo andati e gli incontri e quella particolare energia che solo l’adolescenza possiede e gli sguardi e le canne che giravano insieme ai bicchieri di birra e di vino - Stavo chiacchierando con Lorenzo e poi c’eri anche tu dall’altra parte di questa dimensione e ci siamo guardati e i flash improvvisi di una notte in cui eravamo in un locale ed eravamo rimasti da soli, perché non c’erano altre persone che conoscessi e ti eri seduta sulle mie ginocchia e io ti avevo abbracciato e poi eravamo usciti a fumare una sigaretta, passandocela, senza parlare, le stelle erano brillanti nel cielo ed era strano pensare che non ci saremmo più incontrati e che il futuro sarebbe stato la misteriosa assenza di tutto quello che ci aveva tenuto vicini.


domenica 21 aprile 2024

dream #140

 Da qualche parte. Le chiacchierate con Lorenzo e anche la sua presenza, mentre siamo a una festa e vecchi amici passano sorridendo e non so perché Luca si sia arrabbiato e all’improvviso sia diventato così ostile e nervoso e abbia cercato di colpirmi mentre stavo tentando di capire cosa era successo - Ero su un balcone e qualcuno mi aveva passato una canna enorme da cui avevo fatto un paio di tiri  per poi darla a chi avevo accanto - E poi una casa, che forse era la mia, con rapide scalinate che portavano da un piano a un altro e una donna che non conoscevo mi stava seguendo fino a quando non siamo arrivati in una stanza piena di luce, dove le ho detto di andarsene e di lasciarmi da solo - E Flavia, che arrivava alla festa molto tardi, salutandoci e fumando una sigaretta, mi ha dato un bacio sulle labbra, quando mi ha incrociato e poi sono rimasto in silenzio a guardarla andar via - E i suoi strani messaggi, come codici di un’alfabeto sconosciuto da decifrare e forse qualcuno era finito in strani giri di droga e non sapevo se ci sarebbe stata un’uscita da tutto questo - E ancora stazioni sotterranee e ritardi e quel perenne senso di perdita e di confusione da cui non riuscivo a liberarmi - E un ultimo sguardo e un ricordo accarezzato e svanito come la tua pelle e i volti smarriti dell’adolescenza e ancora strade, grovigli di strade, senza avere la minima idea di quale prendere e di dove andare.


venerdì 19 aprile 2024

Roma #45 (via veneto)

Non era rimasto molto della via Veneto degli anni sessanta, diversi alberghi erano andati in rovina, in alcuni stavano facendo dei lavori di rinnovo e chissà quando avrebbero riaperto - I platani ai bordi della strada erano imponenti e nelle giornate di sole risplendevano di silenzi perduti - Troppo vociare, troppe chiacchiere, troppo lusso, troppo inutile denaro - Sulle strade parallele e perpendicolari c’erano locali di secondo ordine, night club, li vedevo sempre chiusi ed emanavano una polverosa e sordida tristezza, lo scrittore avrebbe voluto popolarli di eccentrici e tossici personaggi ma sembrava svogliato mentre passava davanti all’Harry’s bar e non sentiva nessuna eco di risate o discorsi alcolici provenienti dalle notti insonni di sconosciuti poeti e magnati del petrolio ed eleganti spacciatori di eroina di prima qualità, qualche turista seduto ai tavoli esterni scivolava nell’apatia invernale e c’erano ancora consegne da fare e valigette da ritirare e appuntamenti con donne d’affari asiatiche e consoli sudamericani mentre il grande commercio delle sostanze continuava inarrestabile il suo ciclo.

Assumevo nuove identità per le differenti occasioni e tenevo un profilo basso, il più possibile anonimo, a volte aspettavo seduto nelle fermate di stazioni metropolitane semivuote, mettendomi a scrivere nell’attesa del prossimo incontro. Qualcuno mi aveva detto cosa fare e senza pensarci troppo avevo eseguito ed ero stato pagato e mi ero ritrovato in luoghi che non conoscevo, a compiere azioni che mai avrei creduto di avere il coraggio di portare a termine.

Altre volte i giorni si susseguivano senza un copione stabilito, altre ancora me ne rimanevo a casa a leggere, in solitudine, osservando i cambiamenti della luce fuori della finestra e i giochi vibranti delle ombre sui muri. Era inverno e la mia anima era spoglia e cercava nei ricordi qualcosa di smarrito.

Poi l’ora arrivava ed ero in movimento e le persone mi scivolavano addosso e mi guardavo intorno e sembrava inconsistente la realtà e il suo doppio alterato, quando i minuti si frantumavano e il presente si scioglieva nelle vene e nel sangue… Era finito l’inchiostro della penna, lo scrittore sorrideva, il prossimo treno sotterraneo stava arrivando, per portarmi, ancora, da nessuna parte.

 

martedì 16 aprile 2024

dream #139

 Nella classe, piena più del dovuto, c’era anche Hannah, seduta ad uno dei primi banchi. Stavo cercando di far scrivere a tutti gli studenti il loro nome sulla lavagna, perché dovevo fare un elenco dei presenti. I pennarelli erano quasi finiti e mi stavo innervosendo perché non funzionavano bene e così sarei dovuto andare a prenderne degli altri. A un tratto Hannah è uscita e non mi sono chiesto che cosa ci facesse in classe, mi sembrava del tutto normale. 
I giorni di Cigarrones erano finiti eppure serbavo parecchi ricordi di lei, che girava sempre nuda fra gli altri. Viveva in un furgone e aveva due cani. Era una donna solare, indipendente, qualche volta avevamo parlato e c’erano fotogrammi delle nostre conversazioni nella mente, sequenze di un film privato. Praticava il naturismo in maniera spontanea, disinibita e gioiosa, non c’era nessuna provocazione sessuale nelle sue azioni e nel loro fluire, una volta ci eravamo ritrovati nudi a chiacchierare, vicino al fiume, un’altra mi aveva tagliato i capelli davanti al mare, leggeva spesso libri sull’estasi erotica e credo che le piacesse molto il sesso anche se tra noi non era successo mai nulla. L’ultima volta che l’ho incontrata era a Orgiva, stava camminando con Joan, sorrideva ed era incinta. Ci siamo salutati con un leggero bacio sulle labbra, siamo rimasti a parlare qualche minuto, finalmente aveva imparato un po’ di spagnolo, poi se ne è andata chissà dove.

La classe era piena di energia e ancora una volta l’avrei dovuta incanalare nella maniera giusta e trasformarla nella spinta che avrebbe fatto andare avanti la lezione. Prima però dovevo prendere i pennarelli nuovi e così sono uscito. La scuola era enorme. I corridoi anche. Poi ho visto Hannah che mi stava venendo incontro con i pennarelli in mano. Sorridendo, completamente nuda.


domenica 14 aprile 2024

Roma #44 (talenti)

 C’era stata una rapina alla gioielleria sotto casa, l’ultima notte dell’anno, mi era sembrato di sentire uno scoppio, durante i festeggiamenti dei vicini e della città, un boato più forte degli altri, mentre ero steso sul divano con la mente in uno stato amniotico grazie al cannabutter che avevo ingerito un’oretta prima. La mezzanotte era passata nel solito tripudio di fuochi di artificio e petardi, mentre ero ancora steso sul divano, fantasticando su improbabili giochi erotici che avrebbero previsto una mia eiaculazione finale (al posto di stappare una bottiglia di spumante) con l’arrivo del nuovo anno.
La mattina dopo, quando ero sceso per una passeggiata al parco, avevo trovato un manipolo di vigili del fuoco, poliziotti e curiosi intorno a quello che rimaneva della saracinesca sventrata della gioielleria. Avevano recintato l’area nell’attesa, forse, dei proprietari. Mi sono avvicinato per dare un’occhiata, bofonchiando qualche parola di incredulità e poi me ne sono andato a fare due passi. Mentre passeggiavo riflettevo sulle dinamiche della rapina, probabilmente avevano sfondato la saracinesca con una macchina o un furgone, quando era iniziato il delirio dei fuochi di artificio, per smascherare il rumore dell’infrazione, poi erano entrati e nell’arco di pochi minuti avevano ripulito tutto. Non male l’idea. Quelli della gioielleria non mi erano mai stati particolarmente simpatici e chi ruba ai ricchi ha sempre un po’ del mio rispetto. Anche la mente criminale, nei suoi sentieri, ha il suo indiscutibile fascino segreto.

freewheelin' #81

  Frammenti di una festa in differenti momenti del giorno e della notte, una bambina araba che mi prende per mano e suo padre che riceve inn...