domenica 23 novembre 2025
NPK #6
sabato 8 novembre 2025
NPK #5
Avevamo passato una bella giornata insieme al mare, vicino Torvajanica, nel posto dove andavamo di solito, avevano smantellato i chioschi però si potevano ancora affittare lettini e ombrelloni. Era estate e il mare e le onde e i profumi delle dune e delle creme segnavano uno scenario sensoriale che amavo profondamente come buttarmi nell’acqua per poi stendermi al sole ad asciugarmi e abbronzarmi. C’erano in queste sensazioni tutte quelle delle estati precedenti, di quando ero bambino e poi adolescente. Luoghi diversi, spiagge differenti eppure la pelle e il corpo ricordavano ogni singola volta che avessi passato del tempo in riva al mare, da solo o in compagnia. Intorno la gente parlava, alcuni a voce alta, altri ridevano o scherzavano, io e Sabine ce ne stavamo sdraiati a leggere, a fare le parole crociate o a chiacchierare senza troppi pensieri per la testa. Poi chiudevo gli occhi e mi immaginavo di nuovo in viaggio. Il tempo rallentava insieme ai respiri, al moto delle onde, al calore che ci avvolgeva. Guardavo Sabine e mi tornavano nel cuore tante delle cose che avevamo fatto insieme, i mesi che era stata a casa mia a Roma. Poi il suono di una risata, un cane che abbaia, gli strascichi di vecchie storie che mi ero stancato di ascoltare, ho fatto una foto a Sabine e le ho dato un bacio sui capelli. Sapevano di mare. Ero felice. E ho sussurrato allo scrittore di tenersi stretto questo momento di luce e candore prima che il domani lo portasse via con sé.
martedì 4 novembre 2025
NPK #4
Lo smarrimento cognitivo continuava lungo il grande raccordo anulare, dove erano stati avvistati uomini che camminavano in uno stato di delirio allucinatorio, giravano poche notizie su nuove droghe a basso costo ma dagli effetti devastanti, cortocircuiti psicotici, circonvallazioni e tangenti mentali in cui si ci perdeva, nel rischioso cammino sotto il sole verso un’uscita inesistente, a meno che non si scambiassero quelle del raccordo per improvvise aperture verso dimensioni diverse, nelle quali reinventarsi oltre l’orrore di essere sé stessi.
Poi le immagini di film mai girati, di corpi ritrovati a villa Pamphili, di truffe e segreti, di centinaia di migliaia di euro intascati per una pellicola mai prodotta, le fughe e i cambi di identità, la trama segreta, in questo plot da tabloid estivo lo scrittore scrutava una linea di possibili avvenimenti che avrebbero dovuto diventare una storia, un romanzo, una sceneggiatura. Dove ci saremmo potuti spingere come esseri umani, come razza, come specie? In una spirale autodistruttiva, dove la devastazione delle terre rimaneva uno strumento di espressione della nostra natura, il mondo stava sconvolgendo però tutti i nostri piani perché noi stavamo distruggendo il suo ciclico passare, estinzione era una parola che affiorava spesso dal vuoto del pensiero, una visione di una catastrofe climatica e di un nuovo incontaminato inizio senza di noi.
Il sentimento dell’estate non mi afferrava più il cuore, però avrei voluto lo stesso starmene in disparte in una piccola casa sul mare, anzi a dirla tutta avrei proprio voluto cambiare di nuovo vita e sparire nei miei luoghi di immaginazione e condurre un’esistenza ai margini di questi territori di fantasia. Eppure l’estate era qui e il sangue scorreva nelle vene e mi piaceva rimanermene steso sul divano, anche con il calore che faceva, a leggere e a pensare che tra non molto anche questa parentesi di tempo si sarebbe chiusa e rileggendo queste parole io sarei stato altrove, come spesso ripeteva lo scrittore, in uno spazio di attimi in movimento da riempire con le mie poesie.
NPK #7
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Apparivano le case, i balconi, le tende, i graffiti sui muri, tutto scorreva come le sequenze di un sogno, come se stessi partendo ancora,...
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Improvvisi risvegli di luce in cui la città appare bianca e splendente con i suoi palazzi di marmo, per poi frantumarsi nei riflessi delle...