giovedì 2 maggio 2013

Amsterdam #21



Kira era andata a salutare Boris a casa sua. gli aveva detto che doveva partire per un paio di settimane, destinazione san pietroburgo, lui le aveva chiesto una bottiglia di vodka, sorridendo. Kira era entrata nel soggiorno, si era seduta sul divano, togliendosi la giacca e la felpa e rimanendo con una maglietta aderente a maniche corte. Boris le aveva chiesto come stava, come era andato il viaggio che aveva fatto in Thailandia. Boris ricordava le ragazze thailandesi nelle sale massaggi in cui era stato. Erano così dolci i loro corpi e gli occhi e così morbida la loro pelle. Una di quelle ragazze gli aveva fatto un pompino, una volta.
Kira aveva allungato le gambe sotto il tavolino e gli aveva parlato della Thailandia, del viaggio che aveva fatto con il marito, senza mai nominarlo. Boris non aveva chiesto informazioni. Si erano conosciuti da un paio di mesi e non si vedevano spesso. Qualche volta. E quelle poche volte avevano fatto capire a Boris che Kira aveva qualcosa di speciale. gli bastava guardarla negli occhi, quei pochi attimi che seguivano il silenzio, una volte che le cose da dirsi erano finite. Era una piccola pausa in cui accadeva il mistero dell’amore. Pochi secondi, in cui i loro occhi iniziavano a parlarsi in profondità.
Boris aveva preparato un paio di tazze di tè. Kira gli aveva chiesto come se la passava. Bene, era un buon periodo. Il lavoro andava avanti in maniera tranquilla, le cose sembravano in equilibrio e anche se sapeva bene che, prima o poi, qualcosa avrebbe rotto quell’equilibrio, per il momento non si faceva troppi problemi.

Le lunghe gambe di Kira racchiuse nei bluejeans erano ancora stese sotto il tavolino. Boris pensò che gli sarebbe piaciuto leccarle la fica. Boris bevve un sorso di tè. Boris sentì il cuore che aumentava i suoi battiti, perché Kira lo stava guardando negli occhi. Boris pensò alla sua pancia, a quanto avrebbe voluto baciarla. Kira gli disse che a San Pietroburgo sarebbe andata dalla sorella, perché la casa che aveva lì era in affitto. Si sarebbe fatta due settimane di lavoro e poi sarebbe tornata. Ad Amsterdam non lavorava. Non le andava. Boris non le aveva mai chiesto come facesse a vivere, la cosa non gli interessava. Erano così magici i momenti in cui si incontravano. Kira gli disse che doveva andare, Boris le disse che avrebbe aspettato il suo ritorno e che quell’attesa gli piaceva. Era l’attesa di qualcosa di bello che si sarebbe mostrato ancora nella sua vita. La salutò con due baci sulle guance. La guardò negli occhi. Sorrisero. Le ricordò la vodka. Una bottiglia.  

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