mercoledì 12 agosto 2015

le alte torri #13



Scese per strada, la luce era forte, aveva la testa leggera e voglia di camminare. Passò sotto il tunnel che divideva il suo quartiere da quello cinese. Alla fine di esso, quando il buio lasciava di nuovo spazio allo sguardo accecante del giorno, sentì una voce femminile chiamarlo. Si fermò e lei si avvicinò, spingendo una bicicletta. Gli occhi della ragazza erano molti tristi e lui non aveva il desiderio di guardarli, la sua mente era calma e senza peso e i pensieri si muovevano come lente onde, mentre quegli occhi, anche se chiari, erano come pietre che cadevano in un abisso di malinconia e dolorosi ricordi e allora lei gli prese le mani, perché capì che con lui le parole non avrebbero funzionato e i loro palmi e le loro dita entrarono in contatto, così le immagini iniziarono a fluire nella sua mente - le stanze di tortura, gli aguzzini con i cappucci, la morte della madre e quella del fratello, fotogrammi pieni di sofferenza e lui cercò di staccare le mani da quelle di lei, perché non voleva vedere quelle cose, non voleva sapere più nulla di quelle cose, con uno strattone si tolse dalla presa delle sue dita e fu come un profondo respiro dopo che si è tenuto il naso chiuso per parecchio tempo, ci fu una scossa elettrica nel suo cervello e la guardò meglio, guardò il suo corpo e non solo i suoi occhi, era un bel corpo, un corpo capace di eccitare e riemersero le immagini di quello stesso corpo torturato e stuprato e di nuovo la guardò negli occhi e vide immagini di se stesso mentre la torturava e allora lui si girò e si allontanò senza dirle nulla, se ne andò verso il quartiere cinese, aveva un appuntamento o forse erano solo echi di lontani discorsi ormai scomparsi, doveva andare e continuare a camminare. Sentiva ancora in bocca il sapore amaro delle radici che aveva masticato prima. Il cielo divenne rosso, per un momento, lui rimase estasiato a guardarlo. Poi continuò per la sua strada, uguale a tutte le strade, continuò a camminare verso il nulla, un vuoto multicolore che lo aspettava nei portoni aperti di misteriosi edifici.

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