lunedì 16 giugno 2025

ZetaElle #38

 Ipnotici inseguimenti notturni, con sequenze ad alta velocità e ad alta definizione, per poi ritrovarsi chissà dove, ammessi a feste private, mentre si cercavano tra i volti e le maschere i vecchi compagni di un tempo - Le serate passate con Ahmad a bere vodka e a giocare a scacchi, provando a comunicare in una lingua che stavamo inventando notte dopo notte, un nuovo esperanto, era come aprire le possibilità del linguaggio a quelle della nostra psiche e vedere cosa accadeva, mi sembrava quasi che in alcuni momenti riuscissimo a creare delle connessioni telepatiche che la vodka sembrava facilitare per poi far scivolare via i pensieri nel cesso della memoria, quando il giorno dopo rimaneva nella scatola cranica un vuoto amniotico, una salvifica cancellazione di quanto era successo, una amnesia temporanea che dava spazio ad ogni possibile rielaborazione narrativa - Intanto lo scrittore sembrava essere scomparso e le sue parole risuonavano come incomprensibili mugolii, scatti di rabbia repressa, sommesse preghiere, inviti silenziosi e la sua ombra vagava nelle sedi anarchiche dove i film della mente venivano proiettati e lui era una fumosa figura avvolta dal mistero del proprio silenzio, mentre beveva birra e osservava le immagini sovrapporsi e perdersi nella circolarità di viaggi lisergici in zone incontaminate, deserti, ghiacciai, sacre farse, mentre la litania di una donna sembrava il canto funebre di ogni possibile tentazione comunicativa fra i due sessi, rimaneva l’alienazione di essere individui irraggiungibili, l’amore era una cicatrice interiore che non si sarebbe mai più rimarginata, la nudità del corpo e quella dell’anima, mentre simboli atavici prendevano il sopravvento e la macchina da presa seguiva come rapita i passi di un uomo che si voltava indietro solo per dimenticarsi di dove stesse andando - C’erano trappole ovunque, i viaggi in metro di notte solo per avere un alibi metropolitano nel quale credersi vivo, molteplici esistenze, molteplici identità, scambi di ruoli, rapimenti politici, l’eco delle bombe e delle armi, il frastuono di una esplosione, una serata a guardare il delirante teatro di un’improvvisazione snaturata, mentre i suoni si distorcono e le parole se ne fottono di qualsiasi messaggio potrebbero portare, rimane così la bellezza dell’atto e dopo solo la meraviglia di non aver capito nulla di quanto sia successo. 

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