mercoledì 14 dicembre 2011

Leccami le palle e così sia


Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorni, abituarti a lei, al suo modo di fare, diventare, in un certo senso, complementari, essere l’uno parte dell’altra. Per capire il significato profondo di quella perdita dovresti, ad un certo punto, non vedere più quella persona, essere allontanato da lei, essere scacciato dal suo corpo, non avere più l’opportunità di starle vicino, forse solo allora potresti capire l’intensità del dolore. Si può morire, alcune volte, anche rimanendo in vita.

Nella sala i raggi laser disegnavano strane figure sulle pareti e sul pavimento. Fasci di luce venivano sprigionati da apparecchiature elettroniche ignote. La musica era assordante. I ritmi assumevano pulsazioni industriali. Il cuore freddo di una macchina controllata da un folle. L’emmediemmea disciolta nell’acqua di una bottiglietta da cui bere a piccoli sorsi. Una nuova energia e sconosciute prospettive.

Gli ebeti erano seduti davanti ad uno schermo con i loro membri in mano durante oscene attività onanistiche. Su alcuni schermi venivano trasmesse immagini di corpi femminili e maschili nell’atto della masturbazione. L’empatia umana o forse la facilità del linguaggio corporeo induceva gli ebeti a ripetere meccanicamente quello stesso gesto. Gli scienziati notarono che la masturbazione femminile attirava di più l’attenzione degli ebeti, che erano tutti di sesso maschile. Gli scienziati appuntavano i loro dati e le loro osservazioni, poi si sarebbero riuniti in una stanza chiusa e confortevole con poltrone di pelle nera a discutere dei risultati raggiunti. Sorseggiando distillati chimici sapientemente miscelati.


Il dottor Ballard sedeva silenzioso in disparte, con un libro in mano, chiuso nelle sue considerazioni, il titolo del libro era – Leccami le palle e così sia. Una inquietante interpretazione del rapporto tra religione e sesso, scritta da un prete demente che era stato trovato morto suicida soffocato dal proprio pene reciso davanti ad una stampa  del Trittico delle Delizie di Hyeronimus Bosch.

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