sabato 24 marzo 2012

industrial #4

Tenevo in mano uno dei raccoglitori con dentro i fogli con i disegni delle macchine. Provai una pillola verde e dopo alcuni minuti quei disegni presero vita all’interno della mia mente, che divenne una sala buia e uno schermo sul quale vennero proiettate delle immagini. La spiegazione non fu parlata, ma direttamente trasmessa al mio cervello attraverso una serie di immagini il cui susseguirsi non era né razionale, né temporale. Semplicemente le immagini prendevano vita ed esistevano. 
Le macchine usavano l’energia sessuale degli uomini per funzionare. Durante la prima rivoluzione industriale l’uomo era diventato schiavo della macchina e parte del suo funzionamento. L’uomo era sottomesso ai ritmi della macchina, la sua vita dipendeva dai questi ritmi. Ciò significava controllo. E punizione, ogni volta che l’uomo disubbidiva alla macchina. La società si era evoluta e le macchine anche. Non c’era più bisogno di gas, di petrolio, di combustibili. Le macchine producevano grazie all’energia sessuale dell’uomo. 
Gli operai venivano collegati alle macchine ed esse succhiavano la loro forza, il loro fluido vitale. Era un’esperienza piacevole e dolorosa allo stesso tempo e si basava sui principi del sadomasochismo. Gli operai vivevano nella fabbrica per un periodo di sei mesi, poi venivano sostituiti da nuovi. La loro vita scorreva in maniera normale, solo che la sessualità non era più una forma di svago, di divertimento o di amore. Era diventata un lavoro. La pornografia veniva usata insieme all’assunzione della pillola bianca, per trasformare il corpo in un ricevitore di stimoli sessuali. Ogni impulso esterno era capace di provocare un orgasmo, qualsiasi esso fosse. Le immagini pornografiche venivano proiettate su uno schermo, gli operai seduti sulle poltrone, sperimentavano nuove forme di piacere. Scienziati prendevano appunti e riempivano schedari. La produzione andava sempre migliorata. 

Seduto sul divano, sfogliavo le pagine. Faceva freddo e misi altri pezzi di legno dentro la stufa. Fuori pioveva e il rumore dell’acqua era dolce. Pensai a mia moglie, a quando ci addormentavamo abbracciati sentendo la pioggia. Il cazzo mi venne duro. 

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