c’era un albero e un fuoco e le
stelle nel cielo, tra i rami e le foglie quiete di una notte d’estate, c’erano
i brividi della tua pelle e mani che ti accarezzavano e il tuo desiderio, un
fuoco che ardeva tra gli ulivi e le loro storie, raccoglievi i tuoi sogni e li
scioglievi in un abbraccio, una mano tra le cosce, un calore alla bocca dello
stomaco, qualcuno ti ha sussurrato parole d’amore, qualcuno ti è scivolato
dentro, ricordo i battiti del cuore mentre ti guardavo, ricordo una canzone che
ti ha accolto nel mattino dei tuoi diciannove anni, sono rimasto tre giorni a
casa, non era un bel periodo, c’era l’amore che bruciava dentro, c’erano i tuoi
occhi, le tue immagini, ci sei tu che balli da sola in una stanza, tra i
movimenti delle tende e quelli delle tue emozioni, avevo aperto una finestra,
facendo entrare il sole, avevo messo di nuovo quella canzone e il mio cuore
continuava a sfumare tra le maree dei desideri, sembrava di affogare, l’amore
era un’illusione così feroce, in quegli anni, perché la superficie dell’abisso
risplendeva ancora di tutti i miei sogni.
lunedì 30 dicembre 2013
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