venerdì 6 settembre 2019

Bryn y Blodau #5

Il dolce rumore della pioggia e le immagini di verdi vallate nascoste fra le foreste del Sud Est Asiatico, lo sguardo di Samara e quello di Michael, saluti silenziosi, viaggi in frammenti di spazio e tempo ricomposti in visioni oniriche, le divinità del Sogno annullavano leggi fisiche per dare sfogo a pulsioni creative danzanti, cerimonie private all’interno della circonferenza avvolgente della yurt, occhi verdi di antiche sacerdotesse celtiche, corpi sinuosi da venerare nascosti in tuniche di desideri proibiti, i movimenti ondulatori delle vertebre, il curvare erotico della spina dorsale, le calde vibrazioni di elettricità sessuale, le cavità dei muscoli come territori di carne inesplorata, i segni bianchi, gli incensi, le candele accese, le pelli distese sulle assi di pavimenti di legno ubriachi, i legami tribali, i richiami degli uccelli, l’alba e il tramonto che finivano per assomigliarsi nella luce e nelle sue sfumature, tutte le corrispondenze di forme e colori in cui la natura mostrava se stessa, sublimando l’infinito in dimensioni di stupore variabili a seconda degli stati di estasi di chi la osservava, scienziati e razionalisti avevano distrutto la magia di un mondo di puro mistero, in cui la meraviglia era ancora uno stato dell’essere e una sua maniera di esprimersi, purificavamo le nostre percezioni rimanendo seduti in circolo, cantando al ritmo cardiaco di un tamburo  palpitante, passando la medicina a chi era alla nostra sinistra, nuovi spostamenti in  macchina, nuovi e gloriosi scenari, Samara che raccoglie radici di Artemisia fra le dune sabbiose, io che la seguo incuriosito, attraversando con lei, ogni giorno, le fasi di un’intera vita, assaporandone i cicli, osservandoli, sentendoli rifluire dentro il mio cuore, i progetti che si accumulavano su tavolini polverosi, oggetti intagliati dalle dita di personaggi mai esistiti, c’era lo scrittore, seduto sul margine bruciato di una poltrona sfondata, a tessere i fili di parole dentro e fuori le sue storie da inventare, qualcuno fumava tabacco delle praterie, altri essiccavano funghi allucinogeni e preparavano pozioni per le notti di luna piena, le donne parlavano sottovoce e i loro discorsi diventavano accoglienti melodie, le lente processioni di simboli fallici fra le dita, le rughe, i segni di ogni giorno che ci ha mostrato chi eravamo, chi abbiamo creduto di essere, il fuoco che arde trasformando legna in calore, brace in cenere, morte in amore, accarezziamo i confini, oltrepassiamo le frontiere, la morbida pelle, i contatti segreti, riscopriamo la gioia di essere insieme nel momento stesso in cui la nostra felicità andrà perduta.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...