martedì 3 marzo 2020

dream #92

Mio padre è insieme a degli ospiti sconosciuti, in una sala. Mi saluta e mi mostra dei vassoi con dei cibi esotici, dai colori molto intensi. Le striature pulsanti di vivande mai assaporate prima. Vedo Gabriele sul lato della strada che porta alla casa dei miei nonni ad Aphex, gli faccio cenno con la mano e lui mi riconosce, allora caccio un urlo (anche se speravo di non incontrare nessuno) e mi avvicino, lui mi prende sottobraccio e insieme entriamo dentro casa, poi scendiamo delle scale e ci ritroviamo di nuovo dove sono mio padre e gli ospiti. Sento crescere una confusione nelle altre stanze e credo di aver vissuto qui, chissà quando. Mi sveglio da solo in un letto, poi mi alzo e mi faccio un giro e trovo tracce della presenza di altra gente, in cucina, su un tavolo, nella camera con la televisione, poi vedo Samara insieme ai figli in uno dei corridoi e mi rendo conto che sono loro la causa di tutto questo disordine e allora mi arrabbio con Taran mentre accende la TV e vuole guardare un film e allo stesso tempo comprendo che non serve a nulla e lascio perdere e mio padre è in piedi in un angolo e mi sorride e mi dice adesso lo capisci cosa significa avere dei bambini, no, non lo capisco papà, sento solo il desiderio di andarmene, adesso. E prima, molto prima di ora, in un’altra casa ho trascorso dei momenti (dei giorni?) - ho passato degli attimi meravigliosi con Barbara e abbiamo parlato e ci siamo abbracciati e abbiamo fatto l’amore e il suo viso era coì vicino, con il suono silenzioso di quello che mi raccontava e poi segreti e cose dimenticate e la sua voce nella mente che svaniva negli sguardi e una sensazione di felicità e quiete nel cuore e tu che vieni ancora a trovarmi in questi luoghi, fra desideri e frammenti di un amore che non potrà mai esistere al di fuori di queste pareti di luce, destinate a sciogliersi fra le dita, di chi come me scrive e muore e continua a fuggire.

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