sabato 5 gennaio 2013

Amsterdam #15



Vincent sognava di un vecchio barbone. Il barbone dormiva su una stradina, dietro la stradina c’era un parco. Aveva i vestiti luridi e quando camminava  puzzava così tanto che le persone si scostavano, chiudendosi il naso con le dita. La città nella quale abitava il barbone era una città di sogno, non c’erano canali, non c’era la pioggia. Non c’erano strette case a tre piani che sembravano caderti addosso. Il barbone si cacava addosso e il suo volto ricordava quello dei martiri cristiani in alcuni quadri dei grandi maestri italiani. Il suo volto era sporco eppure bellissimo.
Vincent si svegliò dal sogno, prese un foglio e cercò di fare un disegno di quel volto, più le linee si formavano sul foglio e più il volto del barbone svaniva dalla sua memoria, quella immagine onirica sembrava scomparire nello stesso tentativo di rappresentarla.
Vincent si rollò una sigaretta di tabacco forte e fumò.
Era da poco passata l’alba.
Vincent tossì.
Pensò alle tele, ai colori e all’assenzio.
Pensò che il giorno fosse un travestimento della notte.
Ma non volle crederci.

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