mercoledì 16 gennaio 2013

Amsterdam #16



Era seduto alla scrivania, davanti al computer acceso, non aveva nulla in particolare da fare e la mattinata scorreva lenta. era da solo nella stanza, si erano da poco trasferiti, il lavoro andava a rilento, bisognava aspettare. Giocherellava con delle mollettine per i documenti e dentro di sé pensava al prossimo incontro di dolore e piacere, a come quelle mollettine sarebbero state perfette sui suoi capezzoli, la via dei suoi giochi segreti non era molto lontana, quelle donne, quelle ragazze da cui si faceva torturare, avrebbe voluto una persone speciale con cui condividere quel mondo, una donna da amare e per cui soffrire, in quei momenti, i suoi momenti speciali.

Ea morte era una presenza costante, non razionalmente, ma la vedeva, ogni tanto, muoversi sul fondo oscuro del suo cuore, ogni tanto poteva ascoltare la sua voce, una dolce melodia, la morte era una madre crudele e amorosa, la morte ci avrebbe accolti, un giorno, dentro di lei.

L’amore e le dita e il dolore e gli occhi e le carezze e le labbra e i colpi secchi e i piedi, i suoi piedi, inginocchiato a baciarli.

Adorare una donna era un atto divino, un antico rituale, l’essenza stessa dei rapporti umani. In troppi lo avevano dimenticato. Le antiche sacerdotesse tramandavano questo mistero. Pochi gli adepti che ne conoscessero l’esistenza.

Ore lente davanti al computer, la mente vagava lontana dal corpo, la mente era libera e prigioniera, sapeva che si stava allontanando, più scendeva dentro se stesso, più si allontanava da quello che aveva intorno. Fino a sparire.

Buio denso e quieto.

Fuori dall’ufficio, la luce del tardo pomeriggio, una sigaretta fumata troppo in fretta, i battiti del cuore, i piedi che si muovevano in una direzione ben nota, senza avere la forza di cambiare meta, all’apice del coraggio e dell’annichilimento, perché nel cuore non c’è luce che non possieda il suo buio.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...