mercoledì 14 maggio 2014

San Pedro #1

La città verrà distrutta all’alba – disse il vecchio, mentre pestava semi di cebil su una tavoletta di pietra. Mi fece fumare la polvere da una pipa di terracotta, mi fece stendere su una stuoia di paglia, all’interno di una capanna e poi ripeté – La città verrà distrutta all’alba - e allora fu il buio totale, freddo, silenzioso e poi le piccole luci delle stelle, prima dei semplici puntini luminosi, poi sempre più grandi, roteavano in caleidoscopiche forme brillanti, perfette nelle loro geometriche essenze e oltre le stelle, di nuovo, il buio assoluto e poi una linea di luce rossastra, come una ferita aperta nel cielo e la porpora colava da quella ferita e bagnava quel nero totale, colava e si espandeva e volai ancora più lontano e iniziarono ad apparire all’orizzonte i profili di una città, i suoi palazzi costruiti sulle nuvole, fatti di nuvole, edifici rossi, violacei, arancioni, su uno sfondo nero e improvvise lame di luce bianca e una strada che portava alla città, un lungo ponte, i pilastri color rubino e la luce continuava a irradiare da quei profili, a mutarli, in una lenta metamorfosi architettonica e la osservavo da lontano, la città era in fiamme e bruciava, i palazzi si ergevano e crollavano, tornavano di nuovo interi, crescendo veloci in forme infernali, era quasi l’alba e i colori erano visioni sconosciute, guardai ancora e ancora, sapendo che non sarei mai riuscito ad entrare in quei palazzi, a scoprire le meraviglie e gli orrori che racchiudevano, sentii la voce del vecchio ancora una volta, i battiti del suo tamburo, aprii gli occhi, un’ape immensa ronzava immobile nel centro della capanna.


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