L’ago
entrava nella vena e la sostanza si mischiava con il sangue e maree di tempo
iniziavano a trascinarmi oltre il presente,
tornavo indietro, attraversavo oceani in cui le onde erano minuti e ore
e intere settimane e arrivavano lente e calde e mi sommergevano e c’erano i
tuoi occhi, in un momento imprecisato, che si accorgevano di me, le palpebre
che piano si alzavano mentre muovevi la testa verso il mio volto e ti ho amata
da subito, da questo primo istante, le tue labbra disegnavano parole che non
potevo capire e qualcuno raccontava di un sogno che lo perseguitava - all’interno
di un aeroporto un bambino è in piedi nell’attesa di qualcosa, quello stesso
bambino su una delle terrazze dell’aeroporto, una donna appoggiata ad una
ringhiera che si gira e gli sorride, un uomo che corre - il vecchio una volta
mi disse che era possibile assistere al giorno della propria morte, ancora i
tuoi occhi che mi cercano, sto correndo verso di te, la voglia di abbracciarti
brucia, c’è un bambino che ci sta guardando, non avrei mai pensato di crepare
fra le tue braccia, davanti ai tuoi occhi, una volta sveglio, sono ancora lì.
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