sabato 24 marzo 2018

Llanidloes #10

T. stava scopando con Ken o almeno questa era la voce che girava, l’avevamo incontrata, io e Bea, mentre era seduta su un lettino medico, il piede destro scoperto e un tatuatore che ci stava lavorando sopra, T. stava bevendo una birra e ci siamo scambiati uno sguardo di intesa. Sul palco poco distante un uomo si era bendato gli occhi, aveva acceso una sega elettrica e con essa aveva tagliato uno spicchio dalla mela che teneva in bocca, la convention di tatuaggi sembrava andare bene, un raduno per freak e fanatici dell’inchiostro e del dolore, avevo guardato alcuni disegni, non mi sembravano granché, intanto Bea mi aveva portato una birra e poi era tornata da T, io mi sono fatto un giro e poi sono uscito fuori, era una bella giornata, il sole era alto e mi sono steso sotto un albero, Bea mi ha raggiunto e si è sdraiata vicino a me.
Poi siamo andati al King e abbiamo preso una Wolf Rock, ci siamo seduti nel beer garden e nella luce ancora intensa del giorno, è arrivato Dave e si è messo accanto a noi, ha chiesto l’ora a Bea e ha detto che aveva dieci minuti per finire la sua pinta, andare dal takeaway cinese, mangiare, raggiungere l’Old Mill, aprire e iniziare il suo turno. Si è acceso una sigaretta ed è rimasto in silenzio. Poi Bea gli ha chiesto perché portasse le sue galosce in una giornata come questa, lui ha risposto che erano le uniche scarpe che aveva e che nell’ultima settimana aveva dovuto scegliere se comprane un paio di nuove o usare quei soldi per le droghe, la scelta non doveva essere stata molto difficile. Dave ha chiesto di nuovo l’ora a Bea, gli rimanevano poco più di cinque minuti, ha scolato la birra, si è rollato un’altra sigaretta e ci ha salutato.
Siamo andati a mangiare a casa e poi siamo usciti per bere qualcosa all’Old Mill, la situazione era tranquilla, Dave era dietro il bancone a bere la sua pinta, ho chiesto un sidro e mi sono seduto su uno sgabello, sono arrivate delle persone e hanno iniziato a suonare, c’erano anche Robyn con il suo tamburo e Alyson con il violino. Eravamo stati nella tenda mongola di Robyn, la sera prima, a chiacchierare e fumare hashish, lui indossava una vestaglia da donna e ci raccontava dei suoi figli e degli ultimi vestiti (sempre da donna) che aveva comprato, ogni tanto la sua bocca scattava lateralmente, retaggio facciale dell’emmedi che aveva preso durante una festa in costume la notte precedente.
Dave ha fatto un pezzo con la chitarra e non era niente male, questo uomo ha dei segreti, pensavo ed è dannatamente intelligente, cosa ci sta a fare qui, a bere più birra di quanta ne dovrebbe servire, gli occhi acuti, il volto definito da linee dritte e precise, aveva il suo fascino, perché era qui? Quale era la sua storia? Lo scrittore continuava a prendere appunti, ogni tanto Alyson lo guardava, lanciando messaggi con i suoi occhi, lui la osservava, cercando di decifrare quegli sguardi, i significati sembravano ben chiari, il desiderio è un linguaggio universale.

T. era entrata e uscita velocemente, portandosi via due bottiglie di rosso, le voci continuavano a girare, Dave si era spillato un’altra birra, io e Bea abbiamo finito le nostre e ce ne siamo andati a dormire, la musica si era persa chissà dove e quelli che continuavano a suonare seguivano solo note che nessuno aveva più voglia di ascoltare.

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