domenica 8 aprile 2018

how to disappear completely (2010)

stavo bevendo troppo, lo sapevo e in alcuni momenti mi dispiaceva per la ragazza che avevo accanto, perché era bello stare con lei quando ero lucido e parlare diventava semplice e delizioso e i nostri discorsi non cercavano mai di sprofondare in antri oscuri e disperati, era come una leggera brezza il soffio delle nostre parole ed era bello guardarla negli occhi, così simili ai miei, era bello averla vicino tra i riflessi del sole e nello splendore della luce.
stavo bevendo troppo e uomini sconosciuti parlavano di cose sconosciute e un vecchio rideva forte contro la luna e non sapevo che dire dei suoi discorsi, folli, deliranti eppure cose profondi e carichi di dolorose verità, i suoi denti distrutti dalla morfina, i racconti della sua gioventù, i viaggi per mare, gli amori clandestini nei cessi di qualche stazione, le puttane di amsterdam, le urla del demonio, la corrente elettrica che stritola la mente, c’è stato un tempo in cui ero ancora un ragazzo e vagavo inquieto tra milioni di domande che aspettavano risposte senza senso, c’è stato un tempo in cui il mio coraggio devastava le stelle e le chiese, a poca distanza ci sono ancora i tuoi occhi che mi parlano e condividono la stessa estraneità, la stessa voglia di essere altrove, le domeniche mattina in cui mi sveglio da solo in un letto che ha il mio odore, stavo pensando che ti avrei voluta avere vicina, semplicemente abbracciarti e riposare con te, è strano quanto desideri un corpo da stringere fra le braccia, è una sensazione che porta una calda malinconia e le certezza che non ripeterò più una vita morta e sepolta, mi fanno pena le madri con i loro bambini, mi fanno pena gli uomini che leggono i giornali sportivi, gli aperitivi al bar, prima di pranzo, mi fanno pena le chiacchiere e le sbornie stupide, a me che bevo senza commettere un errore, senza perdere la mia inquieta bellezza, già, la bellezza, cosa darei per sapere che almeno una persona possa vedere dentro di me, attraverso me, uno splendore reale e infinito, cosa darei per guardarmi da fuori, per vedermi, per sapere cosa provano gli altri quando mi sono vicini, cosa provano le ragazze  e le donne mentre cerco di metterle a loro agio, di sedurle, di amarle e giocarci, cosa penseranno di me, quando i miei occhi le fissano e scrutano nella loro anima e rubano senza vergogna il loro fascino e l’essenza stessa dei loro respiri, cosa pensate di me, vorrei tanto saperlo, vorrei tanto vedervi avere il coraggio di venirmi vicino e di baciarmi e di sussurrami qualcosa di meraviglioso, poi su una panchina parlo con un ragazzo, lo invito a casa e cantiamo dentro la notte e attraverso le stelle che ridono e tremano nell’oscurità, poi pochi passi per arrivare in camera, pensarti un’ultima volta, chiudere gli occhi.


e finalmente svanire.

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