venerdì 4 maggio 2018

Aberystwyth #2

Avevo incontrato Lynn sotto la torre dell’orologio e non ero certo se si fosse tratto di un appuntamento onirico o meno, c’era quella stessa densità del presente, sempre sul punto di fuggire e trasformarsi in qualcosa di diverso e indefinito. Avevamo camminato e parlato, poi ci siamo seduti nel sole, fuori da un pub, continuando a raccontarci cosa era accaduto nelle nostre vite negli ultimi mesi. Mi aveva abbracciato e il contatto del suo corpo era diverso da quando ci eravamo salutati in una grigia mattina, più di un anno prima. Sapevo che adesso era contenta di vedermi. Il sole sembrava non smetterla di brillare mentre scivolavo nel verde dei suoi occhi, immergendomi nelle pupille e ritornando in me stesso, seguendo i suoi ragionamenti lungo i leggeri movimenti delle iridi per poi afferrare un ricordo, un’impressione, l’eco di qualche pomeriggio passato insieme in tempi e luoghi diversi. 
C’erano ancora frammenti di luce sulle onde quando ce ne siamo andati, due corpi che camminavano vicini, in attesa di quelle misteriose spinte che, come flussi marini, li facessero unire o allontanarsi per sempre.

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