Onde gigantesche arrivavano dall’alto, precipitando in
cascate di schiuma, un faro rosso, Rafael seduto sulla punta di una roccia, le
figure minuscole che scivolavano sulle creste marine per poi sparire in vortici
di smeraldo.
Naufraghi su una spiaggia alla ricerca di legna per il
fuoco, misteriosi esseri scendono verso di loro, le intenzioni sono minacciose,
silenziosi si avvicinano.
Rumori nella notte, fuori della casa. Julian si alza
dal suo letto, completamente nudo. Si infila delle scarpe e prende il fucile
dall’armadio. Lo carica con un paio di pallottole. I rumori continuano. Lui
cammina piano, fino alla porta della stanza. Attraversa un corridoio. Apre
altre porte. Una volta fuori si muove verso il suo orto, il fucile in mano.
Passi silenziosi, i rumori continuano. Grattare, scavare. Si ritrovano uno
davanti all’altro, Julian e il coniglio. Si osservano per un breve attimo,
sotto i riflessi lunari. Si guardano negli occhi. Il coniglio corre verso un campo,
fulmineo. Julian toglie le cartucce dal fucile e le tiene in mano. Poi guarda
il suo orto. Guarda la luna. Una breve immagine di sua figlia nella mente. Un
sorriso. L’odore della terra è buono. Decide di tornare a dormire.
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