giovedì 7 agosto 2014

High Hawaiians



diventavi sempre più reale nella mia mente, vedevo i canali, le biciclette e le loro scie luminose, le ragazze in vetrina che sorridevano, sapendo bene come funzionavano le cose, i sexy shop con i loro oggetti in metallo, gli anelli di costrizione, le fruste, le manette, la sensazione di una energia trattenuta e pronta ad esplodere, gli alberi di vondelpark, le loro chiome che si muovevano nel cielo, così nitide, i colori erano rivelazioni sull’essenza stessa del mondo, le mappe mentali, ancora, sempre più dettagliate, l’odore d’incenso del blackbombay, le candele accese, lasciate a danzare per l’intera notte, le spirali di fumo denso e grigio, che salivano verso il soffitto, dalla finestra della stanza il mondo esterno continuava il suo lento giro, persone che passavano, persone che passavano, gli interi cicli umani visti da un punto indefinito, dietro gli occhi, al di là delle normali percezioni, sdraiato sull’erba, che iniziava a muoversi, in technicolor, crescendo, la psilocibina che veniva digerita dal mio stomaco e saliva in bolle psichedeliche nella mente, la partenza, il decollo, lo spirito dolce e scherzoso dei funghi, eri come un bambino di pochi mesi, talmente felice di vivere, esistere, capace di ridere da solo, capace di provare una gioia senza limiti per un raggio di luce, una foglia di un albero, il blu turchese che brillava in tutto il suo splendore in un cesso chimico, sulla sponda del fiume il giovane siddharta si siede e osserva il mondo intorno, le onde di colore e benessere interiore, la realtà interna è la realtà esterna, la realtà esterna è la realtà interna, connessioni ovunque, la capacità di vedere, di vedere, di vedere, seduto nella posizione del loto il giovane siddharta respira e diventa un fiore che sboccia, sente le sue emozioni fluire e apririsi come petali meravigliosi, ogni cosa è chiara, pacifica, gli animali sono alleati, ti mostrano delle vie da seguire, puoi conversare con loro, ti vedono, sanno chi sei e non hanno paura, si avvicinano e si svelano nelle loro forme d’incanto, ridevo e camminavo, mi fermavo e osservavo, le bolle che salivano dallo stomaco al cervello, c’era un maestro accanto a me, che mi spiegava la semplicità e l’eterna bellezza di un mondo senza tempo, ero ovunque, in ogni luogo, ero un filo d’erba e un sasso e il verde smeraldino della natura che brillava nell’iride dei miei occhi, mentre mi scioglievo in riflessi d’acqua e risate d’argento.

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