lunedì 29 settembre 2014

San Pedro #4


Volammo ancora, attraversando la notte, gli occhi del vecchio erano luminosi, sembravano fari accesi, i raggi di luce che proiettava sulle pietre facevano nascere ombre, antichi esseri di un popolo perduto che fuggivano veloci, di lato, allungandosi e scomparendo, questo è il popolo delle ombre – disse il vecchio – la loro lingua è quella degli opposti, della lotta tra la luce e il buio, erano migliaia, li vedevo uscire fuori dalle pietre, parlavano attraverso il movimento, la fuga, una breve e veloce esistenza ripetuta in molteplici e oscure figure. Arrivammo in una valle ancora avvolta dalle tenebre, la temperatura era molto bassa, avevo freddo, il vecchio batté più forte sul tamburo per far salire il mio calore corporeo, ci posammo sul suolo e le forme dei vulcani iniziarono a mostrarsi, l’alba stava arrivando e fumi densi si alzavano da buchi nella terra, c’era odore di zolfo e il suono di una lingua misteriosa simile a quello dell’acqua che sta bollendo, la luce avanzava, mostrando i pendii delle montagne che avevamo intorno, piante dalle sfumature giallastre e ancora rocce sulfuree e i fumi che salivano, avvicinati – disse il vecchio, mi feci più vicino ad una di quelle pozze e vidi l’acqua sotto forma di bolle d’aria, salire sempre più intensamente, poi mi allontanavo e l’acqua sembrava calmarsi, iniziammo una strana danza, simile ad un arcaico dialogo tra l’uomo e la natura, quegli spiriti erano imprevedibili, solitari, si disperdevano nell’aria, cambiavano la loro sostanza fisica, nascevano dall’acqua che incontrava il calore della terra per poi diventare aria, non volevano essere disturbati, mi sedetti accanto ad uno dei buchi fumanti più grandi e iniziai a diventare anche io vapore, fino a svanire a oriente, dietro i vulcani, nel cielo ormai chiaro.

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