sabato 10 gennaio 2015

freewheelin' #17

Una parte della casa era andata in rovina, quella del bagno, erano crollati i muri e il soffitto e quella parte si trovava in una zona diversa, che non ricordavo, pensavo fosse il bagno, ma non c’era nulla che giustificasse questa idea, su quello che un tempo era stato il pavimento adesso c’era dell’erba, corta, di un verde intenso, simile al muschio o ai licheni che crescono sulla pietra. Ho fatto alcuni passi, c’era una scrivania di legno, che aveva iniziato a marcire e del terriccio sopra, con piccoli sassi frantumati, ho aperto i cassetti della scrivania e dentro c’erano gli oggetti del comodino della mia stanza, non quella di adesso, ma la stanza nella casa di mia madre, dove ora dormiva mia sorella. Sono arrivati mio padre e mia madre, in un altro luogo, in un’altra camera e mi hanno chiesto, preoccupati, se le cose andavano bene, non ho risposto nulla, una sensazione di tristezza che non riusciva a fuggire via, l’eco di una sofferenza provocata ad un’altra persona, sotto la maschera dell’amore agivano forze ed entità sconosciute, le apparenze danzavano nel teatro della giovinezza, tra le rovine dell’età adulta le statue delle antiche divinità erano nascoste da rovi e rampicanti, le dita di Dafne che si trasformano in rami, mentre le mani di Apollo cercano di afferrare l’eterno.


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