Maria si
era stesa sul letto, sul fianco sinistro e con la mano si era scostata i capelli
dal collo, l’avevo abbracciata e baciata dietro la nuca. I suoi occhi erano
tristi, in alcuni momenti, quando mi guardava, altre volte ridevano, diventando
più lucenti e dolci, allora sapevo che le cose andavano bene e che lei si
sentiva felice.
Non
riuscivo più a immaginare una vita oltre le ombre della notte, ogni inizio,
ogni alba, portava con sé qualcosa che si sarebbe concluso quando la luce fosse
sfumata, cercavo di non lasciare ferite, senza riuscirci, cercavo di stare da
solo, tenendo aperte le finestre della stanza, fuori c’era un mondo che avevo
rifiutato, ne scorgevo ancora linee, odori e suoni. Il ritratto del tuo profilo
disegnato su un quaderno, trova riparo tra le mie braccia, ti faccio spazio
perché possa sentirti a tuo agio, queste lenzuola hanno dimenticato il sapore della
tua pelle, questi muri i segreti del tuo corpo.
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