lunedì 5 novembre 2018

freewheelin' #40

Travestimenti psichici per affrontare le fredde vie delle metropoli del futuro, vuoti e silenzi, le pagine di un diario, i segreti nascosti nel fondo oscuro della nostra anima, ci avrebbero pensato gli alcolici a perforare barriere e false reti di protezioni, ci si dimenticava di se stessi, del dolore, dei propri fallimenti, ci si abbracciava in stati di ebbrezza progressiva, la musica e le danze estatiche, i vuoti di memoria, le pisciate inconsce su pavimenti di privazioni, il doppio dello scrittore si aggirava in costume in una Venezia ottocentesca, abile sarto in cerca di una nuova occupazione, i tessuti pregiati e i vestiti dai mille colori, pronti per essere confezionati e venduti, creazioni su misura di eccentriche personalità misteriose, qualcuno lo stava accompagnando alla sua nuova sistemazione, attraverso palazzi dalle forme arabe e bizantine, il desiderio di ricominciare tutto da capo, in altre vite e altri corpi, la necessità di fuggire, le bugie come passaporti per terre lontane ed esotiche, c’erano i libri e i romanzi per riscrivere ogni possibilità che non avevamo mai avuto, le donne in divisa con le manette e i guanti di pelle nere, le fantasie proibite, le ipotesi e le speculazioni per chi non era più qui, le strade fluide che si scioglievano in riflessi d’acqua, i pensieri come cumuli di immondizia da buttare via in qualche discarica emotiva, gli psicologi della quinta dimensione spalavano tonnellate di psicomerda da cumuli di esistenze marce e in avanzato stato di psicoputrefazione, ne avevo le palle piene dei problemi altrui, a fare finta di ascoltare ci si imbastardiva dentro, li alleggerivo ancora i cuori delle persone, le sfioravo ancora le loro anime ferite, ma c’era un mondo di quiete di cui solo io avevo il libero accesso, mi ci rifugiavo in momenti di magnifica solitudine, quando tutto splendeva, un’unca luce e un solo respiro.

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