domenica 26 gennaio 2020

Bryn y Blodau #13

Vorticare di volti nel buio della mente, Tom, Michael, Chanan, poi i morsi di Samara sulla pelle e quelli nel cuore e le mattine in cui era stretta al mio corpo e la sentivo piangere e sospirare e le albe limpide nei suoi sguardi, alcune volte, quando l’amore risplendeva puro e lucente negli occhi e i giorni e le notti in cui ho atteso il suo ritorno, le ore in cui mi sono perso in fantasie erotiche di fulgida sottomissione ai suoi voleri, le aurore in cui arrivava seducente e misteriosa e si stendeva al mio fianco, sfioravo le sue linee con la punta delle dita, a volte a cazzo duro, altre semplicemente sprofondando nei suoi capelli, respiravo lentamente e la sua essenza e la mia si scioglievano l’una dentro l’altra, momenti di estasi, scintille di beatitudine, attimi di quiete, mi stava insegnando i passi di una danza sconosciuta e avvolgente, ci avvicinavamo, ci allontanavamo, le guardavo il culo, una circonferenza da osservare sempre con rinnovato desiderio, scoprivo il suo corpo e i suoi segreti un centimetro dopo l’altro, l’ho adorata fra le carezze del calore di una sauna, nascosta e protetta nelle fondamenta di un tempio tibetano, lei, antica divinità femminile, sacerdotessa seducente e inavvicinabile, mi sono masturbato guardandola, ho visto dischiudersi una conchiglia di carne e una sensibile perla risplendere al suo interno, abbiamo camminato insieme, l’ho seguita, l’ho ascoltata, l’ho ammirata in silenzio, ho vibrato di cocente frustrazione nel caldo dorato di lunghi pomeriggi estivi, sono quasi affogato nelle mie debolezze, ho dato ascolto ad echi di tentazioni dimenticate, ho aperto e ricucito ferite e cicatrici emotive, mi sono fermato davanti a un fuoco, ho incrociato le mie dita fra le sue, le ho chiesto dove saremmo andati, se in un qualche strano e imprevedibile modo avremmo proseguito questo viaggio insieme, lei mi ha sorriso e in uno scintillio di stelle remote l’ho vista svanire come in un ricordo o in un sogno. E ho capito che un giorno, in questa vita o in quella successiva, l’avrei di nuovo presa per mano per invitarla ancora a danzare con me.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...