martedì 21 gennaio 2020

Cymru #25

Saremo ancora stranieri in queste lande sconsacrate, saremo ancora stranieri in patria, in famiglia, fra gli amici, stranieri in questo viaggio che porterà i nostri  cuori lungo strade di inarrestabile mistero. Ci saranno oasi fiorite come profondi respiri nel petto, porte e passaggi e poi di nuovo saremo stranieri nelle terre dei sogni, incontreremo individui sconosciuti, li saluteremo e li lasceremo andar via, ci saranno abbracci nelle notti stellate e fragili figure sedute a guardaci in lontananza, i volti invecchiati di nostro padre e nostra madre e il tempo lo vedremo danzare in circoli di costumi colorati, ci saranno risa e lacrime e celebrazioni e addii, feretri profumati, le storie narrate dalle conchiglie del deserto, i cassetti chiusi, le stanze ormai vuote, qualcuno ti indica dove lasciare le tue cose, una donna ti guarda dentro facendo fermare i minuti, perché quello sguardo diventi un momento di infinita comprensione e bellezza. Le fotografie che ti ho scattato, le tue orme che ho seguito con la speranza che sapessero dove condurmi, ho finito per perdermi un’altra volta, nel labirinto del cuore, in quello dei pensieri, le giovani ragazze che non avrò più il coraggio di amare, la sento fluire nelle vene la dolce attesa della morte, è la vita stessa che la chiama, che  la porta con lei, che ci confonde con le sue deliziose e sensuali illusioni. Chiudi gli occhi quando ti senti smarrito, ragazzo mio, addormentati in quei luoghi in cui non sei mai stato, ti sveglierai dall’altra parte dello specchio, ricordando il passato come una serie di atti unici di un teatro onirico e illogico, prendi posto davanti al sipario rosso, i volti degli attori che tra poco appariranno non saranno altro che una galleria di maschere bizzarre e grottesche, quelle che hai indossato nella solitudine del tuo essere, quelle che hai osservato negli specchi di iridi seducenti e severe, la tua immagine moltiplicata in ogni possibile direzione emotiva, satiri in divisa militare salutano a cazzo duro e a braccia tese il nuovo giorno, ombre circensi, sussurri erotici, un brivido alla base dei coglioni, una lingua nelle orecchie, poi voragini di piaceri proibiti e segni viola e lividi sul corpo, quelli che qualcuno nei suoi poemi di sconfitta e frastuono confonderà ancora per gesti incompresi d’amore.

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