lunedì 11 gennaio 2021

Orgiva #21

 Avevano di nuovo chiuso i bar, i ristoranti, le pizzerie e per me andava anche bene così, significava meno rompicoglioni in giro, meno confusione, vagavo ancora per i vicoli, i percorsi erano sempre gli stessi, con minime variazioni, ogni tanto buttavo l’occhio nei cassonetti alla ricerca di mutandine da donna o magari una scarpa con il tacco alto sulla quale mi sarei potuto masturbare, alcune volte trovavo per strada un pacchetto di cartine e per fortuna avevo smesso di raccogliere mozziconi di canne o sigarette dall’asfalto.

Se c’era un’umanità che avrei dovuto sentire per riavvicinarmi ai miei simili non sapevo proprio dove si trovasse, me ne stavo per i cazzi miei ed era meglio così - Era sempre stato meglio così, suggeriva sorridendo lo scrittore - Qualche mattina o sera mi tornava pure la voglia di scopare e anche quella sarebbe passata e di tutti i gemiti, le grida, le frasi che colavano nelle orecchie, i fluidi, le promesse di piacere e sofferenza non sarebbe rimasto nulla, solo un pallido sogno, un film sbiadito - Me ne andavo sulla terrazza ad osservare il tramonto, qualcosa della mia essenza si manifestava in questi momenti sospesi, vedevo quello che avevo dentro nelle forme delle montagne e delle nuvole, nelle loro linee e colori ed era meraviglioso, poi me ne tornavo a casa, ascoltavo un pò di jazz, bevevo un paio di bicchieri di vino fra attimi perduti e altri fuggiti via, perché nulla di questa vita è mai realmente esistito.


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