venerdì 5 aprile 2013

Amsterdam #18



Era un sabato mattina. Era andato a prendere suo figlio a scuola. A piedi. C’era il sole e un cielo limpido e una calma azzurra nel suo cuore. Si era fermato a comprare un paio di grammi di blue cheese al Noon. Poi era arrivato alla scuola, suo figlio era già fuori e parlava con altri bambini. Aveva sette anni. Lo vide e gli corse incontro, sorridendo. Lo abbracciò e lui sorrise. Poi camminarono in silenzio verso casa. La calma azzurra del suo cuore.
A pranzo gli preparò degli hamburger di manzo con semi di finocchio e patatine fritte. Mangiarono insieme sul tavolo della cucina invasa dal sole. Vedeva nell’aria sottili linee di polvere. Linee oblique. E la polvere danzare nell’aria. Suo figliò finì di mangiare e si andò a sedere su una poltrona. Accese la televisione. Vedeva i gol dei campionati esteri. Lui lavò i piatti e la padella e si preparò un caffè. Si rollò uno spino d’erba e fumò sorseggiando il caffè davanti ad una delle grandi vetrate della sua casa. Gli venne in mente sua madre, quando era morta. C’era la stessa luce. La stessa calma. La stessa azzurra indifferenza delle cose.
Poi accese il computer e si mise a scrivere, suo figlio si era addormentato.

Nessun commento:

Posta un commento

freewheelin' #82

  Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...