sabato 6 aprile 2013

Leave me alone




Andavo al lavoro a piedi, era vicino casa. Nel tragitto per arrivare ascoltavo i New Order, sempre le stesse tre canzoni: Your silent face, Ultraviolence e Leave me alone. Le volte migliori erano quando il cielo era nuvoloso e non me ne importava molto delle cose che c’erano intorno a me, delle persone, dei cani, delle strade. Ero protetto, chiuso in una confortevole distanza. La mattina praticavo delle respirazioni, dopo essermi alzato. Chiudevo gli occhi e respiravo. Il vuoto interiore era meraviglioso. Era lo scorrere di un fiume. Era l’assenza di qualsiasi desiderio. Era un buio quieto e familiare nel quale mi trovavo perfettamente a mio agio. Ma una volta che aprivo gli occhi il mondo intorno era di nuovo lì. Con tutte le sue false promesse, i suoi trucchetti, le sue illusioni. Avevo capito che il modo migliore per vivere era allontanarsi da tutto e da tutti, non cedere alle passioni, non trasformare i bisogni in ossessioni. Scorrere quieto e inarrestabile come un fiume. Mi sembrava la metafora più adatta. E dentro di me c’era una voce che parlava e quelle parole andavano scritte e nascevano quasi sempre da luoghi oscuri, non era lo stesso buio della meditazione, era un buio diverso, ancora più profondo, un abisso maestoso e in quel luogo era difficile non perdersi ma allo stesso tempo era sublime immergersi ed annegare e sciogliersi nell’oblio. Il vino, la birra, gli alcolici erano porte verso l’ebbrezza o verso l’annullamento. L’ascesi. Il controllo dell’energia sessuale. Le sostanze psichedeliche che non riuscivo a trovare. La mia mente era in viaggio continuo e si fermava solo quando praticavo la respirazione e mi fissavo sull’attimo presente, senza più futuro, senza più passato. Immobile eppure mutevole. Fermo eppure vivo. L’universo interiore era così vicino, bastava chiudere gli occhi e respirare. C’erano i sogni e i mondi onirici e la mia mente e il mio corpo esploravano, provavano emozioni, sperimentavano. C’era di nuovo la vita in tutte le sue manifestazioni. Ma sapevo, sapevo che un giorno sarei andato via, definitivamente.
Nessun altro luogo è talmente splendido come la propria anima che continua a fiorire.

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