C’era un viaggio verso un paese arabo che mi stava aspettando, con un pullman pieno di gente sconosciuta e soste in stazioni di rifornimento aperte alla sera, quando tutti scendevano per andare a pisciare o comprarsi qualcosa da mangiare e c’erano file di persone che aspettavano il loro turno per morire o semplicemente tornare da dove erano venute - c’era una macchina che ci seguiva e una donna amata veniva picchiata al suo interno. da quelle stesse mani e braccia che un tempo erano state le mie - e uomini in costosi abiti orientali dalle tonalità grigie e nere che veneravano antiche divinità di cui nemmeno la sabbia ricordava più il nome e una porta di una strana stanza era stata chiusa ed era un gesto, un’azione che avevo ripetuto un’infinità di volte, occhi e cuori che si allontanavano da me perché le direzioni prese erano sempre e comunque quelle contrarie e mio nonno seduto all’ombra dei ricordi a scattarmi fotografie quando ero ancora un bambino e lui mi portava a guardare i treni in partenza, quelli in arrivo, nelle stazioni dell’infanzia, in quelle della vita futura in cui non ho mai avuto il coraggio di scendere.
venerdì 15 maggio 2020
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
freewheelin' #82
Le notti diventavano più brevi e il sonno si popolava di sogni e fra le loro storie c’eri anche tu, il tuo volto e il tuo corpo ma non i t...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Le attese nel sottosuolo e quelle in superficie e grandi uffici in cui il tempo si sgretolava in rumori e sequenze e rumori elettronici - ...
-
C’era Alain in una stanza, avevamo un meeting segreto ed eravamo seduti ai due lati di un tavolo, poi lui si era alzato e aveva preso un d...
Nessun commento:
Posta un commento