sabato 4 settembre 2021

Orgiva #58

Il fumo della sigaretta di Miguel, poggiata in un posacenere vicino al bancone del Chico Bar, creava figure astratte nell’aria e c’erano bottiglie di birra vuote che aspettavano di essere raccolte e altre piene che attendevano di essere scolate e uomini accanto ad esse che le afferravano e le portavano vicino alla bocca, poi davano un sorso, poi un tiro dalla perenne sigaretta tenuta fra le dita e poi parole e sguardi che non riconoscevo e mi sentivo di nuovo uno straniero ed ero felice di esserlo e forse questo sarebbe stato il resto della mia vita, apparire in luoghi sconosciuti come fossero lo scenario di un sogno, sparire dalle città, assumere identità diverse, inventate ogni volta dallo scrittore, indossare maschere, interpretare personaggi bizzarri, dare corpo, sudore e voce ai protagonisti di atti sessuali proibiti e perversi - C’erano formiche che procedevano in fila su un tavolo di legno, accanto alle mie braccia, tracciando direzioni senza senso, se non quello deciso da divinità invisibili a noi umani che davano agli insetti la possibilità di credere in un percorso che nessuno avrebbe seguito al di fuori di essi - C’era una deriva e un senso di sconfitta umana nel Chico Bar che mi affascinava, c’era l’essenza stessa di un certo tipo di esistenza e la tristezza e il dolore che la consapevolezza di esserne parte portavano, c’era l’attesa, la perenne attesa di qualcosa che non aveva nome (la morte non bisogna mai chiamarla direttamente) e di qualcosa che non sarebbe mai arrivato se non negli improvvisi attimi di felicità che quasi nessuno sapeva riconoscere fra quei tavoli luridi (Miguel dava giusto un’innaffiata generale alla sera) e poi c’era la tua testa nell’incavo della mia spalla e potevo sentire l’odore dei tuoi capelli ancora bagnati e così scrivevo ancora le mie poesie d’amore anche se non ci sarebbero stati lettori a ricordarsi di esse e sarà il tempo, mia dolce amica, con il suo eterno silenzio a dirci che solo il presente conta e quello che esso racchiude, fosso solo un sospiro o un gemito di impudica gioia - Miguel si rolla un’altra sigaretta fatta a mano, parlando e fottendosene altamente di qualsiasi cosa io possa scrivere, pensare o dire e questo mi sembra di una perfezione assoluta, mentre il giorno prosegue il suo arcuato camino e io non aspetto altro che esserti di nuovo accanto nel letto e non credo abbia molta importanza se sia il sesso o se siano i sentimenti a riportarmi ogni volta da te, continuerai ad asciugare le mie lacrime fino a quando accetterai che è questo il mio modo di amarti, di entrarti dentro, di fuggire lontano, con la speranza, che in un modo o nell’altro, tua sappia sempre come raggiungermi.


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