domenica 26 settembre 2021

Capileira

 Alcuni alberi erano spogli e altri avevano già le loro piccole gemme e credo fosse  il suono della chitarra di Eric Clapton o JJ Cale a uscire fuori lento, sinuoso e magnifico dalle casse attaccate alla corteccia di un tronco, il volume era perfetto e così la temperatura del giorno ed ero seduto nel patio di un bar (El Tilo a Capileira) a bere una birra e avevo una macchina parcheggiata lì vicino (quella di  Sara) e benza a sufficienza per continuare ad andare dopo questa pausa anche se non avrei saputo bene dire dove, c’era l’immagine di una montagna nella mia mente e la presenza di un bianco silenzio sulla sua sommità, sapevo che non c’erano più parole che avesse senso dire, mi sembrava importante solo lasciarsi trasportare dagli eventi in uno stato di continua improvvisazione, con l’unico intento di non programmare nulla, di non sapere niente di quello che sarebbe venuto dopo, eterno presente, eterno splendore di una mente immacolata, nessuna confusione, nessuna deviazione, nessuna scappatoia anche se poi c’erano sempre i tuoi piedi a tentarmi e a farmi prostrare, distruggendo così ogni mia resistenza, mi inginocchiavo per baciarli, cominciando ad apprezzare le tue  umiliazioni verbali e i tuoi abusi psicologici - Jimi Hendrix adesso suonava Little Wing e qualcuno mi avrebbe passato un altro acido, prima o poi, c’era una moltitudine di case sconosciute nelle quali avrei voluto vivere, solo per dare spazio alle visioni dello scrittore, non rimaneva quasi più nulla di ciò che ero stato, inventavo il mio presente fra momenti di disperazione e risa, estasi e cadute, il cielo era di un azzurro brillante e ho visto il tuo volto cambiare, farsi più vecchio, le sue rughe come le linee di una cattedrale di misteriosa e arcaica bellezza, i fili d’argento fra i tuoi capelli, fra quelli di ogni donna che il tempo finirà per far danzare con sé, nel riflesso di quelle lacrime che ho lasciato cadere come diamanti dimenticati fra dita e terre ormai lontane e scomparse.

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